Gerace, nuove scoperte sui cinque martiri del 1847

Reggio Calabria Attualità

La Chiesa Monumentale di San Francesco a Gerace è stata teatro di un importante e partecipato convegno su un tema spesso poco conosciuto della storia locale. L’occasione è stata fornita dalla pubblicazione del nuovo libro di Enzo Cataldo, Storie di idee e di rivoluzioni. I moti del 1847-48 in Calabria e i cinque martiri di Gerace, presentato da Rocco Muscari e dal sindaco Giuseppe Pezzimenti.

Un evento ormai lontano nel tempo e nella memoria, risalente a ben 173 anni fa, quando cinque giovani del posto vennero fucilati per il loro sostegno alla rivolte contro i Borbone. Idee per le quali si moriva, all’epoca, e che costarono la vita a Gaetano Ruffo, Pietro Mazzone, Rocco Verduci, Michele Bello e Domenico Salvadori, noti come i cinque martiri di Gerace.

“Il loro sacrificio rappresenta un valore fondamentale per tutti, perché sugli ideali di libertà che i cinque martiri hanno manifestato allora si fondano le radici della nostra storia”, spiega il sindaco Pezzimenti, ribadendo l’importanza di far conoscere la loro storia in tutte le scuole della locride. Punto sul quale è d’accordo il professore Francesco Sacco dell’Istituto Comprensivo di Gerace, e Vincenzo Maesano, sindaco di Bovalino.

Hanno partecipato alla presentazione anche Giuseppe Macrì, presidente del Comitato Provinciale di Reggio Calabria dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, che ha approfondito il tema grazie ai recenti studi di Lucio Villari: “L’eco del sacrificio dei cinque giovani martiri geracesi si è propagato in tutta Italia, tanto che i patrioti delle Cinque Giornate di Milano indossavano il cappello alla calabrese per ricordare lo spirito indomito dei patrioti della Calabria”.

Nel corso dell’evento si è poi parlato dei resti dei cinque martiri, ossa che probabilmente sono già state rinvenute in una fossa comune della chiesa di Monserrato a Gerace. E l’ipotesi di Enzo Cataldo, che si basa sul rinvenimento di un teschio con un doppio foro rinvenuto proprio in quella fossa comune: il teschio di fucilato, probabilmente.