Università. Umg, Flc-Cgil: aprire confronto su scorrimento graduatorie

Catanzaro Attualità

La Flc-Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, ha voluto esprime il suo rammarico per le connotazioni assunte dalle vicende relative al personale tecnico-amministrativo dell'Università di Catanzaro, rispetto alle quali il sindacato aveva richiesto un confronto intersindacale da altri eluso.

“Riteniamo opportuno, pertanto, esprimere le nostre considerazioni che non possono prescindere dalla memoria storica che noi abbiamo di tali vicende per poter meglio valutare e comprendere la situazione attuale” affermano il Segretario Regionale della Flc Cgil Domenico Denaro e il collega dell’Area Vasta Arnaldo Maruca.

Per i due dirigenti i fatti direbbero che il decennio trascorso, “caratterizzato dal blocco del turnover e della Contrattazione Collettiva Nazionale ha indotto l'Ateneo …, al tempo un piccolo e giovane Ateneo in forte crescita, a reclutare un consistente numero di personale tecnico-amministrativo con rapporti di lavoro flessibile ed a sopperire alle esigenze didattiche aumentando il carico di lavoro dei docenti e ricercatori (230 professori e ricercatori in servizio al 31/12/2010; 213 docenti e ricercatori in servizio al 31/12/2019, per erogare una offerta formativa quasi raddoppiata. Dati MUR)”.

Ma per i sindacalisti, “non appena si sono aperti spiragli di luce con l'approvazione della legge n. 75/2017, legge Madia, grazie alla responsabile conduzione delle trattative anche da parte della nostra organizzazione (ma non di altre che hanno rifiutato di sottoscrivere l'accordo raggiunto), l'Ateneo ha stabilizzato tutti i suoi 60 dipendenti che prestavano servizio con contratto di lavoro a tempo determinato, nella stessa qualifica funzionale nella quale risultavano assunti (a norma dell'art. 20 comma 1 Legge Madia)”.

Le parti, quindi, hanno avviato anche un confronto positivo per l'espletamento delle procedure riservate al 50% agli altri lavoratori con rapporto di lavoro flessibile (art. 20 comma 2 della legge Madia) e per queste procedure l'Ateneo ha già destinato una prima parte delle sue capacità assunzionali.

“Senonché, avendo l'Ateneo bandito un pubblico concorso ad un posto di categoria C, superiore alla categoria B, ed avendo previsto nel bando di valorizzare l'esperienza professionale – sostengono Denaro Muraca - e si è ritrovato con una graduatoria formata in gran parte dallo stesso personale già stabilizzato nella categoria B”.

E l’Ateneo, “avendo necessità di personale di categoria superiore – proseguono - ha effettuato quindi 27 nuove assunzioni facendo ricorso alla graduatoria esistente e composta in gran parte da personale già in servizio, seguendo le più recenti indicazioni normative e giurisprudenziali che prediligono l'uso delle graduatorie esistenti rispetto all'indizione di nuovi concorsi”.

Per i dirigenti Flc-Cgil, però, il quadro descritto “non poteva e non può che creare conflitti interni all'organizzazione, che deve ora conciliare le esigenze di stabilizzazione di lavoratori flessibili, con le domande di assunzione in categoria superiore di personale già stabilizzato e con le istanze di progressione professionale verticale verso la categoria D del personale con un ventennio di servizio nella categoria inferiore”.

“A complicare ancor di più la situazione – continuano i segretari della Sigla - sono intervenute le recenti modifiche dell'art. 20 camma 2 della legge Madia, che ampliano notevolmente la platea dei lavoratori flessibili interessati alle procedure concorsuali previste dalla norma”.

Alla luce dei fatti, dunque, la Flc-Cgil rivendica il proprio diritto al confronto con l'amministrazione universitaria in merito ai programmi di sviluppo dell'Ateneo, anche con riferimento alla programmazione triennale dei fabbisogni di personale ed auspica che questo confronto possa arricchirsi.

La stesa Sigla, però, sottolinea che non intende discutere del numero di scorrimenti di una graduatoria già esistente, di una piuttosto che di un'altra, “il che inevitabilmente andrebbe ad incidere sulle aspettative di singoli lavoratori piuttosto che di altri”.

"Le decisioni di quest' ultimo livello solo nella esclusiva competenza e responsabilità dell'Ente” viene sottolineato mentre all'amministrazione universitaria il sindacato ha chiesto e chiede, quindi, di programmare una crescita ordinata in tutte le sue componenti, con particolare attenzione alle figure più deboli che sono quelle dei lavoratori flessibili, nell'ambito del personale tecnico-amministrativo, e dei giovani dottorandi ed assegnisti di ricerca, nell'ambito del personale della ricerca.

A questo scopo ha offerto ed offre la proprio disponibilità al dialogo con l'Ateneo e con le altre Organizzazioni Sindacali “per la crescita dell'Ateneo, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative di ognuno”, evidenziano Denaro e Muraca.