“Furbetti del cartellino” all’Arsac: un collega “strisciava” e gli altri andavano a passeggio

Reggio Calabria Cronaca

La strisciata del proprio badge affidata a un collega “compiacente” o, comunque, che si sarebbe visto ricambiare il favore. Poi l’uscita dal posto di lavoro per svolgere faccende private. In alcuni casi pare che nemmeno ci si recasse in ufficio nonostante si risultasse regolarmente al proprio posto.

È quanto ritengono di aver scoperto gli uomini del commissariato di polizia di Gioia Tauro che, per le indagini, non hanno nemmeno dovuto spostarsi poi di molto: sotto osservazione è stato tenuto infatti l’ufficio locale dell’Arsac, Area 6, nella cittadina reggina, in contrada Bettina, poco distante appunto dallo stesso commissariato.

L’Arsac, lo ricordiamo, è una struttura della Regione che si occupa dello sviluppo dell’agricoltura regionale con azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale.

Le investigazioni che hanno portato stamani all’operazione “Swipe” (QUI) - dalla definizione inglese, appunto, dello “striscio” dei cartellini marcatempo - ha coinvolto 15 dipendenti dell’Agenzia Regionale: per cinque di loro il Gip ha disposto gli arresti domiciliari, per gli altri l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’ipotesi è che siano degli assenteisti o “furbetti del cartellino” che dir si voglia, comunque di essersi resi responsabili di una truffa all’ente: utilizzando in modo improprio e fraudolento - sostengono gli investigatori - i loro badge personali avrebbero così arrecato un danno economico pari alle giornate di lavoro in realtà mai svolte ma ugualmente retribuite.

Per questo a carico degli indagati è stato emesso anche un sequestro preventivo delle somme considerate “indebitamente percepite”, nel complesso circa 12mila euro.

L’indagine - coordinata dal Sostituto Rocco Cosentino sotto la diretta supervisione del Procuratore Ottavio Sferlazza - si è sviluppata, anche in questo caso, con l’uso delle tecnologie: i poliziotti hanno difatti monitorato l’ufficio Arsac, in particolare l’ingresso, con telecamere nascoste.

Non sono mancati però i servizi tradizionali, ovvero tenendo sotto osservazione e pedinando i dipendenti che, si è scoperto, in orario di ufficio si sarebbero allontanati per compiere le più disparate attività personali: dalla spesa nei supermercati a lunghe passeggiate e soste in locali pubblici, anche pratiche sportive.

Il sistema che si ritiene sia stato utilizzato dagli indagati viene definito dagli stessi inquirenti “semplice e collaudato”: incaricare, a turno, uno o più dipendenti affinché “strisciasseroanche il badge degli altri colleghi sul lettore digitale collocato all’ingresso degli uffici.

GLI INDAGATI

Ai domiciliari sono dunque finiti un 56enne di Palmi, C.V., e quattro rizziconesi: un 30enne, C.D.E.; un 62enne, C.F.; un 50enne, C.F. ed un 46enne, L.G.

L’obbligo di presentazione è stato disposto invece per: A.C., 58 anni, di Sinopoli; C.A., 59 anni, di Palmi; C.G., 65 anni, di Gioia Tauro; C.P., 54 anni, di Rizziconi; C.D., 63 anni, di Rizziconi; D.M.L., 66 anni, di Molochio; G.G., 67 anni, di Reggio Calabria; S.A., 43 anni, di San Giorgio Morgeto; V.G., 57 anni, di Sinopoli; e V.L., 60 anni, di Cittanova.

LE INDAGINI sono state condotte dalla Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro, con il supporto di colleghi della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati di Siderno e Palmi e del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno. L’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Palmi, Carlo Alberto Indellicati.