Furti, truffe, droga, armi e figli “istruiti” alla violenza: così i rom “gestivano” la Locride

Reggio Calabria Cronaca

Una indagine complessa, partita nel novembre dell’anno scorso, e che fa ritenere agli investigatori di aver inferto un duro colpo ad un presunto gruppo criminale che operava nella Locride e riconducibile ad elementi della comunità rom locale, storicamente radicate sul territorio senza che ciò però l’avesse messo in conflitto, se non addirittura in concorrenza, con la criminalità organizzata della zona.

Questo l’esito dell’operazione chiamata in codice Iceberg (QUI) e che stamani ha fatto scattare le manette per 20 persone, 14 finite in carcere e 6 ai domiciliari, mentre per altre tre sono state sottoposte al divieto di dimora ad Ardore e Bovalino.

Tutti indagati - a vario titolo - per associazione a delinquere con la contestazione di estorsioni, ricettazioni, riciclaggi, furti e truffe, ma anche reati contro la fede pubblica, l’ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi.

L’indagine - condotta dai Carabinieri di Ardore Marina e Bovalino sotto il coordinamento della Procura di Locri - avrebbe dunque delineato gli assetti interni del gruppo, facendo ritenere di aver scoperto le responsabilità dei singoli associati quanto all’organizzazione e alla pianificazione dei vari reati, dalla scelta delle vittime fino alle modalità di attuazione.

Inoltre, sono in corso degli approfondimenti per indagare su cointeressenze e contatti che potrebbe esservi con le cosche di ‘ndrangheta della zona.

LA BASE OPERATIVA NEI QUARTIERI POPOLARI

Negli atti dell’inchiesta vengono così ricostruiti e documentati diversi episodi “di rilievo”, dai furti in abitazione alla ricettazione, dallo spaccio di eroina e cocaina alla detenzione abusiva di armi e di munizioni.

Ma non solo, gli investigatori avrebbero fatto luce su un presunto smaltimento illecito di rifiuti - per lo più materiali di risulta, pericolosi e speciali - così come su truffe con la sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori, finanche di cavalli, ed a cui avrebbero partecipato anche minorenni.

Reati che si sarebbero consumati in diversi comuni della Locride: Ardore, Bovalino, Bianco, Brancaleone, Caulonia, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, San Luca, Sant’Ilario dello Jonio e Siderno.

Il gruppo avrebbe avuto la sua base operativa nei complessi popolari di Bovalino, in via Nuova, e di Ardore, in via Verdi. Secondo gli investigatori a capo vi sarebbe stato un 36enne che ne avrebbe promosso, organizzato e coordinato le attività affiancato dallo zio 54enne, parenti prossimi di Nicola Berlingeri, cl. 65, assassinato e ritrovato poi cadavere ad Ardore nell’aprile 2012 (QUI), indicato in altre operazioni come a capo della “Cosca degli Zingari”.

DALLE TRUFFE ALLO SPACCIO DELLA DROGA

Entrando nel dettaglio dei reati, e i particolare quanto alle truffe contestate, i militari hanno scoperto come l’associazione avrebbe sfruttato dei siti di annunci online per individuare la merce ed “agganciare” le proprie vittime, in alcune occasioni genitori costretti a vendere i propri beni per poter curare i figli affetti da gravi patologie.

Con furbizia e con dei raggiri sarebbe così riuscita a sottrarre o a farsi consegnare gli oggetti in vendita che, successivamente, avrebbe rivenduto sul mercato nero o di nuovo via web.

Anche diversi furti in abitazione – per più avvenuti di notte - sono stati ricostruiti dagli investigatori che sono partiti dalle denunce presentate dai cittadini che sostenevano di essere caduti vittima di soggetti rom.

Ma il gruppo sarebbe solito guadagnare anche dalla vendita al dettaglio di eroina e cocaina. In particolare, la droga veniva nascosta in delle intercapedini ricavate nei sottoscala e nelle pertinenze del complesso residenziale pubblico di Bovalino, utilizzato come base operativa, e da dove veniva prelevata e venduta su richiesta.

LE ARMI IN BELLA VISTA DAVANTI AI BAMBINI

Le indagini, supportate anche dalle attività tecnica, ed inoltre, hanno portato ad individuare e riscontrare la presenza di armi nella disponibilità degli indagati.

In particolare, il reggente dell’organizzazione, supportato dal presunto sodale, le avrebbe maneggiate anche in presenza di bambini tra i 4 e i 5 anni d’età.

Nel maggio scorso, un’attività condotta dai Carabinieri di Locri, insieme ai Cacciatori Calabria, ha permesso di sequestrare proprio delle armi e perfettamente funzionanti, in ottimo stato di conservazione, e di arrestare il presunto responsabile D.M. (QUI), familiare di uno degli arrestati di oggi.

DAI RIFIUTI ALLE VIOLENZE SUGLI ANIMALI

Altre contestazioni, poi, riguardano diversi reati ambientali che si ritiene commesse dagli indagati: secondo gli inquirenti, dietro un compenso in denaro, avrebbero effettuato il recupero di rifiuti di vario tipo, dal materiale di risulta ai rifiuti pericolosi e speciali che, senza alcuna autorizzazione e non curanti delle normative esistenti, avrebbero smaltito illecitamente anche in aree protette da vincoli paesaggistici ed ambientali (come torrenti e valloni) evidentemente con un grave danno per l’ambiente e un conseguente altrettanto grave rischio idrogeologico.

Infine, gli indagati si sarebbero resi responsabili del maltrattamento di animali: i militari hanno difatti documentato degli episodi nei quali avrebbero legato gli animali con violenza, mettendogli una corda al collo, sollevandoli per poi scaraventarli a terra dove venivano colpiti ripetutamente a calci dai loro figli minorenni.

In un’altra occasione, dopo aver maltrattato delle galline, le avrebbero gettate vive in pasto ad un gruppo di cani chiusi in un recinto e per osservare la scena.

GLI INDAGATI

In carcere sono finiti Attilio Amato, 57; Davide Amato, 29 anni; Pierino Amato, 29 anni; Cosimo Berlingeri, 36 anni; Francesco Berlingeri, 54 anni; Francesco Berlingeri, 19 anni; Antonio Alessandro Bevilacqua, 27 anni; Alessandro Bevilacqua, 30 anni; Damiano Bevilacqua, 42 anni; Gianluca Bevilacqua, 27 anni; Maurizio Bevilacqua, 49 anni; Roberto Bevilacqua, 39 anni; Iulian Florin Feraru, 34 anni; Cosimo Lavorata, 35 anni.

Ai domiciliari invece Mario Amato, 48 anni; Salvatore Berlingeri, 49 anni; Damiano Bevilacqua, 31 anni; Rocco Bevilacqua, 50 anni; Giuseppe Marrapodi, 56 anni; Bruno Todarello, 58 anni.

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per B.D. di 33 anni; B.C. di 33 e A.A. di 19.

L’indagine che ha portato oggi al blitz è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Locri, Ardore e Bovalino. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica locale.