Droga: ancora piantagioni di canapa indiana nell’area delle serre, un arresto

Vibo Valentia Cronaca

I Carabinieri delle Stazioni di Arena e Fabrizia, insieme ai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e del nucleo elicotteri di Vibo Valentia, nel corso degli ultimi giorni hanno rinvenuto due piantagioni di canapa indiana, rispettivamente a Fabrizia, in località Cellia, e ad Arena, in contrada Lucarella

Durante dei servizi di repressione delle detenzione e produzione di marijuana, il 25 agosto, a Fabrizia, è stata scovata la prima coltivazione composta da circa 80 piante di “indiana” e dell’altezza di circa 2 metri.

Anche in questo caso, è stato individuato un sistema di irrigazione che consentiva l’autoalimentazione. La piantagione avrebbero avuto un valore potenziale sul mercato, una volta ultimato il ciclo di produzione, di circa 70 mila euro.

Invece, ad Arena, è stata scoperta l’altra, con circa 500 piante di canapa. In questo caso, però, i Carabinieri hanno constatato la presenza di un impianto d’irrigazione che doveva, di fatto, essere azionato obbligatoriamente dall’uomo.

Dopo alcune ore di appostamento, i militari hanno notato un soggetto, successivamente identificato in un 20enne, M.C., originario del posto, proprio mentre azionava il comando per l’apertura dell’acqua.

In considerazione del fatto che l’impianto era l’unico sistema idrico collegato con quell’interruttore, intorno a mezzogiorno di ieri, 26 agosto, è scattato il blitz dei militari presenti che hanno bloccato ed arrestato il giovane per produzione di sostanze stupefacenti.

Il successivo sopralluogo ha portato anche all’individuazione del possibile essiccatoio che era stato già approntato per le successive fasi della produzione dello stupefacente. Il valore potenziale di questa seconda piantagione, invece, si attesta sui 400 mila euro circa.

Il soggetto arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato messo ai domiciliari in attesa della successiva udienza di convalida. Entrambe le piantagioni, invece, sono state distrutte sul posto dopo un campionamento per le successive analisi scientifiche.