Depurazione, sindaco di Carolei: Calabria rischia di non poter accedere ai finanziamenti europei

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“La legge 36/1994, cosiddetta “Legge Galli”, prevede il superamento della frammentazione sul territorio della gestione dei vari comparti del ciclo delle acque (captazione, adduzione, distribuzione, depurazione), perseguendone l’accorpamento in un unico schema coordinato di servizi, indicato come “servizio idrico integrato”. Chi ha lo scopo di organizzare il servizio idrico integrato nell'ambito territoriale ottimale (in Calabria) è l’autorità idrica della Calabria.”

Lo scrive in una nota stampa il Sindaco di Carolei, Francesco Iannucci.

“L’AIC - sostiene il primo cittadino - è un ente pubblico non economico avente personalità giuridica di diritto pubblico ed è (dovrebbe essere) dotata di autonomia organizzativa, amministrativa e contabile".

"In realtà in Calabria, l’assemblea dell’autorità idrica è stata eletta con elezioni del 17/03/2018….da allora il nulla…Perchè? Perché in realtà, l’AIC non ha nessuna autonomia organizzativa, amministrativa e contabile. Tra le funzione dell’Assemblea AIC vi è la “scelta della forma di gestione”, ovverosia: l’affidamento del ciclo integrato delle acque ad una società privata, mista o pubblica.”

Tale affidamento - si legge - dovrà avvenire entro il 31/12/2020 (secondo le disposizioni europee cosi come richiamato nella nota del 10/07/2020 del Capo Gabinetto del Ministro per il Sud avente oggetto “Politica di coesione 2021-2027. Condizioni abilatanti in tema di risorse idriche e rifiuti – Regione Sicilia e Calabria”; in caso contrario la Calabria non potrà accedere alle linee di finanziamenti (la Calabria già paga un ritardo notevole). I Comuni quindi, rimarranno gestori delle reti idriche. In altri termini, considerato che la crisi idrica è causata al 50% dalle reti idriche ormai obsolete, i Comuni da soli, non potranno mai investire danaro sufficiente all’ammodernamento delle reti idriche. I Sindaci, stanno affrontando, una emergenza idrica senza averne i mezzi e, peggio, senza esserne l’organo deputato a farlo ... la conseguenza? I Calabresi continueranno a vivere nella costante emergenza idrica e di depurazione.

“Al riguardo, - scrive Iannucci - due sono le possibili alternative per l’affidamento in house: costituzione di una nuova società pubblica o, in alternativa, trasformazione della Sorical SpA con l’uscita del socio privato e trasformandola da fornitore all’ingrosso di acqua potabile a gestore del servizio idrico integrato: acquedotto, fognatura e depurazione. L’affidamento in house funziona nella maggior parte delle Regioni d’Italia come la Sardegna, la Puglia, la Basilicata ecc".

"A distanza di oltre 26 anni dalla promulgazione della legge Galli, la Calabria (non capisco l’inerzia a danno dei Calabresi, forse solo per conservare alcuni “privilegi”) oggi deve far partire il servizio idrico integrato, riorganizzando o addirittura cancellando quelli che sino ad oggi sono stati i principali attori del servizio idrico e della depurazione (Sorical Spa in liquidazione e Consorzio Valle crati), e finalmente sollevando i Comuni ed i Sindaci dalle rilevanti responsabilità ed impegni che non gli competono.”

“È arrivato il momento - si legge infine - di un confronto e di una seria collaborazione tra Sindaci e Regione Calabria essendo consapevoli che non saranno più possibili rinvii di nessun genere in quanto questo vorrebbe dire far perdere alla Calabria ed ai Calabresi una grossa opportunità. Ho inviato quindi una missiva al Presidente Manna affinchè chieda con urgenza un incontro con la Regione, per conoscere i tempi del rispetto della norma europea... ed ho chiesto alla Regione Calabria di adottare i poteri sostitutivi nei confronti del Consorzio valle Crati per i ritardi accumulati (8 anni) e per le inadempienze riguardanti l’adozione di tutti i provvedimenti atti ad impiegare i finanziamenti di cui all’ APQ rafforzato: “Depurazione delle acque“, delibera CIPE N. 60/2012 riguardante i lavori di ampliamento dell’ impianto consortile e del collettamento di acque reflue.”