La “Medea” del Centro Teatrale Meridionale al Festival Dionisiache di Segesta

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Sarà il sito di Segesta la location per la prima nazionale della Medea, pièce teatrale prodotta dal Centro Teatrale Meridionale. Il palcoscenico del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache ospiterà infatti lo spettacolo tratto dalla tragedia di Euripide e interpretata da Cristina Borgogni.

Così la sera dell’undici e del dodici agosto, il CTM diretto dall’attore e regista calabrese Domenico Pantano, sarà protagonista nell’ambito di uno dei più importanti festival, che da quattro anni ha rilanciato la cultura del teatro all'aperto.

Nello spettacolo, diretto dalla stessa Borgogni, il punto di partenza è il mito trattato trasversalmente in tutte le epoche da molteplici drammaturghi. Primo fra tutti Apollonio Rodio (III secolo avanti Cristo), con le sue Le Argonautiche, fino a giungere alla terza tragedia di Euripide, rappresentata nel 431 avanti Cristo.

Il testo, partendo da queste radici, elabora tutto il mito, da Euripide in poi, per ricavarne una drammaturgia in cui la figura di Medea è globalmente affrontata, con un solo punto di vista che lega tutti gli scritti su questo mito: la famiglia.

Medea è donna forte e selvaggia, amante tradita, esule infelice e perseguitata, vittima e carnefice della brutalità e della ferocia dei maschi. Medea è parte integrante di un nucleo familiare, è lei stessa famiglia.

Nella lettura del mito, proposta da Centro Teatrale Meridionale, infatti, è la famiglia l’elemento centrale della storia: un nucleo familiare e, all’interno di esso, desideri, paure, dolori, sogni, emozioni. E, in questo susseguirsi di sentimenti, il mito si rinnova. In questo rinnovarsi, anche Giasone riesce a raccontarci il suo punto di vista.

Tra i protagonisti, Paolo Lorimer e lo stesso Domenico Pantano, insieme agli attori Simone Coppo e Ludovica Di Donato. Le varie incursioni dentro al mito servono a coniugare le varie sfaccettature della donna, amante e maga, intraprendente e audace, un personaggio dai molteplici volti. Questa oscillazione dentro e al di fuori dal tempo e dal mito rende la tragedia familiare vicinissima al tempo presente.

La madre Medea entra di diritto tra le “madri assassine” che uccidono i loro figli per meglio distruggere il marito, distruggendo anche il loro ruolo di moglie e di madre. Donna tra le donne, testimone del suo dramma, “denuncia la sua condizione di abbandono, in un contesto che non offre altre risorse, che restituisce alla solitudine e alla disperazione il suo essere straniera, lontana dalla patria, priva di parenti, di protezione e di difesa”. Un racconto che restituisce la verità di una donna e di una madre.

Dopo la tappa siciliana, la pièce conquisterà la scena calabrese per la XXIX Stagione Teatrale della Locride 2019-2020, venerdì 14 agosto al castello di Ardore, sabato 15 agosto a Locri alla corte del palazzo di Città, e domenica 16 agosto a Gioiosa Ionica alla Villa romana del Naniglio.