Commesse sfruttate e senza ferie: scattano denunce e il controllo giudiziale

Catanzaro Cronaca

Sfruttamento, retribuzioni non in linea coi contratti collettivi e continue violazioni delle norme sull’orario di lavoro e sulle ferie, tanto da approfittare dello stato di bisogno delle proprie commesse.

Il tutto durava da ben due anni ed è stato scoperto dalle Fiamme gialle di Catanzaro che oggi hanno così eseguito un’ordinanza applicativa della misura del controllo giudiziale d’azienda, emessa dal gip del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura locale, nei confronti degli amministratori di diritto e di fatto di un’attività commerciale che vende profumi nel centro della città della Piana.

Nei confronti due commercianti è stato ipotizzato il reato di sfruttamento di lavoratori, commesso ai danni di tre loro dipendenti. Il Giudice, inoltre, ha imposto il controllo giudiziale dell’azienda proprio per rimuovere quelle forme di presunto sfruttamento riscontrate nel corso delle indagini.

Indagini che sono partite a seguito di una denuncia presentata presso il Gruppo della Guardia di Finanza lametino, a fronte della quale i militari hanno avviato degli accertamenti per acquisire elementi di riscontro da comunicare poi alla Procura.

Le fiamme gialle hanno quindi scoperto che da novembre del 2016 a ottobre del 2018, i commercianti avrebbero sfruttato, appunto, le loro tre commesse ed è emerso che quest’ultime venissero sottoposte a condizioni di lavoro e a metodi di sorveglianza degradanti.

Le lavoratrici sarebbero state obbligate anche ad emettere scontrini fiscali per importi inferiori rispetto ai reali acquisti dei clienti, e costantemente soggette alla video-sorveglianza dei datori di lavoro.

Per questo, gli imprenditori sono stati denunciati per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro continuato.

L’operazione, denominata “Articolo 36” - con riferimento alla Costituzione della Repubblica, laddove è sancito che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, è parte di un progetto investigativo studiato dalla Procura lametina e dalla Guardia di Finanza contro il caporalato e lo sfruttamento.