Clan Vrenna-Corigliano-Bonaventura, sigilli ai beni di presunto esponente

Crotone Cronaca

Sigilli ai beni di un 50enne crotonese, D.B.A., attualmente detenuto perché deve espiare una condanna per associazione per delinquere di stampo mafioso, in quanto ritenuto organico alla cosca mafiosa dei “Vrenna-Corigliano-Bonaventura”.

Il personale della divisione della Polizia anticrimine ha infatti eseguito un provvedimento emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro con il quale sono stati disposti i sigilli ai fini della confisca dei beni di quanto nella disponibilità diretta o indiretta dell’uomo, e per un valore di 160mila euro.

Il sequestro ha riguardato: due unità immobiliari ubicate nella periferia cittadina; una autovettura; alcuni buoni fruttiferi postali e un conto corrente bancario.

Il decreto è scaturito da una intensa attività di indagine e dagli accertamenti patrimoniali operati dal personale dell’Anticrimine della Questura crotonese.

LE INDAGINI PATRIMONIALI

Gli accertamenti patrimoniali, svolti di iniziativa dalla Questura pitagorica, hanno mosso i primi passi da una sentenza di condanna definitiva, risalente al 14 gennaio 2016, della Corte di Assise di Appello di Catanzaro, attraverso cui non solo sarebbe stata ancora una volta confermata l’esistenza del locale di ‘Ndrangheta VRENNA-CORIGLIANO-BONAVENTURA, quanto piuttosto sarebbe stata certificata la partecipazione nei ruoli apicali del medesimo D.B.A., stante la sua condanna per tale imputazione alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione di reclusione.

L’UOMO DI FIDUCIA DEL CAPO CLAN

Le risultanze investigative avrebbero dimostrato che l’intero patrimonio dell’uomo - denominato negli ambienti malavitosi “FANTOZZI” - sarebbe in realtà frutto della sua attiva militanza ai vertici della citata organizzazione mafiosa, essendo unanimemente ritenuto un uomo di strettissima fiducia del capo – promotore Paolo Corigliano.

Il 50enne – secondo quanto riferito dagli inquirenti - si sarebbe sempre distinto per la sua particolare scaltrezza e per la sua incondizionata fedeltà al capo dell’omonima organizzazione criminale.

D.B.A., nell’ambito della sua lunga militanza nelle fila della suddetta consorteria, oltre a commettere azioni tout court criminali, come il traffico internazionale di stupefacenti, diverse estorsioni e rapine, si sarebbe sempre avvalso del metus ‘ndranghedistico per imporre alle aziende aggiudicatrici di appalti le richieste estorsive, riuscendo ad accumulare nel corso di due lustri, a fronte di redditi modestissimi dichiarati al fisco, cospicui capitali, per poi investirli principalmente nell’acquisto di alcuni immobili che ha intestato ai suoi stretti congiunti.

IL SEQUESTO

Le operazioni di notificazione e di immissione in possesso, che hanno avuto inizio nella giornata di ieri, sono perdurati per tutta la mattinata odierna, per essere ultimati nei giorni a seguire.

La suddetta misura di prevenzione scaturisce da una richiesta di sequestro formalizzata dal Questore di Crotone, nonché da autonome indagini patrimoniali, condotte di iniziativa dalla locale Questura. Queste ultime, infatti, vanno ad innestarsi in un progetto di riorganizzazione della locale Divisione Anticrimine e, in particolare dell’Ufficio delle Misure di Prevenzione Patrimoniali, recentemente oggetto di un rafforzamento dell’organico, ma che vede impegnato in prima persona il dirigente di quell’ufficio e un funzionario appositamente incaricato allo scopo.

(Notizia aggiornata alle 14.42)