Parco eolico “abusivo” a Palermiti: prosegue l’inchiesta, 7 gli indagati

Catanzaro Cronaca

Salgono a 7 gli indagati dell’inchiesta nata dalla realizzazione di un parco eolico a Palermiti, nel catanzarese (QUI).

Secondo quanto emerso dalle investigazioni dai Carabinieri del Capoluogo, sarebbero stati realizzate alcune opere propedeutiche per l’impianto da 60 kw - in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico - senza le autorizzazioni tecniche previste.

Gli stessi militari dell’arma hanno poi provveduto, lo scorso 28 maggio, al sequestro del costruendo. In particolare, si tratta di quattro platee in cemento armato destinate all’installazione degli aereogeneratori, oltre tre piste da cantiere in terra battuta necessarie per l’accesso dei mezzi da cantiere, e di una piazzola livellata per l’esecuzione di lavori di scavo e fondazione.

GLI INDAGATI

L’allargarsi delle indagini - secondo quanto riporta Zoom 24 - ha condotto il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Irene Crea ad iscrivere nel registro degli indagati, oltre al titolare dei terreni in cui sono state realizzate le opere, Domenico Carlo Lomanni, 67 anni, ex sindaco di Gasperina, anche Claudia Pavone, 48 anni, residente a Laureana di Borrello, amministratore unico e legale rappresentante della società Solary Energy, ditta committente.

Oltre a questi vi sono anche Giuseppe Squillace, residente a San Vito sullo Ionio, amministratore, legale rappresentante della Edil Service Srl, ditta esecutrice dei lavori; Domenico Nesci, 51 anni, residente a Laureana di Borrello, committente dei lavori in nome e per conto della Solary Energy; Salvatore Antonio Bertolini, 68 anni residente a Grotteria, amministratore unico e legale rappresentante della società a responsabilità limitata Il Grecale, ditta committente; Daniela Stracucci, 45 anni, di Messina, in qualità di ditta committente; e Giuseppe Bova, 44 anni, residente a Squillace, amministratore unico e legale rappresentante della ditta Costruzioni Bova.

Per Pavone e Squillace il magistrato titolare del fascicolo ipotizza il reato di truffa, mentre gli altri indagati, in concorso tra loro, secondo la Procura, sono considerati “rei” di aver realizzato una lottizzazione abusiva e opere in assenza di autorizzazione e in zona sottoposta a vincolo idrogeologico.

Manufatti realizzati in mancanza di un progetto esecutivo “redatto da tecnico abilitato e direzione dei lavori, omettendo di denunciare il loro inizio al Servizio tecnico regionale e in zona sismica senza il preventivo avviso allo sportello unico e senza aver presentato il progetto al Servizio tecnico regionale”.