Nino Foti dona alla Calabria 50.000 mascherine

Calabria Salute

Sono state finalmente consegnate le mascherine chirurgiche che Nino Foti, Presidente di Eas - European Air Solution e della Fondazione Magna Grecia, ha deciso di destinare in dono agli enti impegnati nella battaglia contro il Covid-19.

In particolare, 40.000 mascherine sono state consegnate al Commissario nazionale per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, 40.000 alla Regione Lombardia, e oltre 50.000 in Calabria direttamente alla Protezione Civile Regionale e alla struttura ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Reggio Calabria, Centro Covid per la Provincia.

«Mi sono direttamente impegnato ad aiutare il mio Paese - ha raccontato Foti - nel modo che mi sembrava più utile: facendo arrivare mascherine chirurgiche dai nostri amici cinesi, che ringrazio, per donarle a chi ne aveva più bisogno. Per questo motivo ho deciso di destinare questi dispositivi alla Protezione civile nazionale, alla Regione Lombardia, che è quella maggiormente colpita da questa emergenza e alla Regione Calabria, che è la mia terra. Avrei voluto fare il tutto in tempi ancora più rapidi - aggiunge - ma la donazione, arrivata da Pechino in tempi molto brevi, si è purtroppo incagliata nella burocrazia italiana per venti giorni».

Venti giorni che a Foti sono sembrati un secolo, perché ogni giorno in Italia diventava più impellente il bisogno di mascherine chirurgiche. Ogni giorno cadenzato da nuove richieste fra moduli, certificazioni e autorizzazioni.

Le mascherine sono rimaste bloccate, fortunatamente non per sempre. Racconta ancora Nino Foti: «Non riuscivo ad accettare di vivere un incubo dentro l’incubo generale in cui siamo stati catapultati dal Coronavirus. Non si trovavano mascherine da nessuna parte, e quando si trovavano era a prezzi esorbitanti, come ben sappiamo. Non volevo credere che le centinaia di migliaia di mascherine chirurgiche pronte per essere consegnate gratuitamente fossero lasciate ferme per questioni di timbri e di forma: la burocrazia in Italia non poteva avere priorità sulla vita umana e sul benessere delle persone. Ma non mi sono arreso: era diventata una questione troppo importante. Personale, direi».

Odissea finita, dunque? Spiega Foti: «Ulisse alla fine torna a Itaca, pur dopo vent’anni – dieci di guerra e dieci di peripezie. Un lungo viaggio, un nòstos che non è solo spostamento, ma è anche dolore, mancanza, perdita. Il ritorno a casa arriva dopo il superamento di mille prove e pericoli. Non a caso mi è sembrata una vera e propria Odissea, quella appena terminata». Anche le mascherine chirurgiche, bloccate troppo a lungo, sono quindi state inviate ai destinatari finali e finalmente consegnate.

«Questo - conclude Foti - è ovviamente un piccolo contributo rispetto alle grandi emergenze e necessità che stiamo affrontando, ma sono contento che le mascherine siano arrivate a destinazione, pur con così tanti ritardi. Davvero, mai avrei pensato che dare un aiuto concreto, fare un regalo, potesse significare capire che il Coronavirus ci ha tolto ogni riferimento e ogni certezza, tranne una: esiste sempre un meandro burocratico capace di fermare qualsiasi flusso virtuoso».