Vandali nella sede della Fondazione Falcomatà, reazioni

Calabria Attualità

“La devastazione della sede della Fondazione Falcomatà non può essere derubricata come un mero atto vandalico. Invero è espressione di disprezzo e violenza verso un pensiero, uno stile, un modello considerato da alcuni “diverso", e quindi sbagliato, colpevole, da colpire.” È quanto scrive in una nota stampa Gregorio Pititto, segretario generale della CGIL di Reggio Calabria – Locri -

“Perché è evidente - si legge - che quotidianamente ormai nel nostro Paese si usino espressioni violente per attaccare chi esprime pensieri diversi. Questo si cela dietro i sentimenti antimeridionali e razzisti, ossia il pericolo di estremismi e rigurgiti fascisti e xenofobi.”

“Dobbiamo impegnarci insieme - scrive ancora Pititto - per un cambiamento del Paese: ripartire dal lavoro, dalle famiglie, dal sentire civile; e dunque bene hanno fatto tutte le forze politiche a stigmatizzare l’ignobile gesto perché è essenziale pensare che la violenza non sia un metodo riconducibile a nessuna forza partitica e politica.”

“Colpire la Fondazione Falcomatà - si legge infine - è stato sferrare uno schiaffo alla famiglia del compianto Italo, alla città e a tutte quelle donne e uomini che credono nella democrazia. Per queste ragioni oltre che al Sindaco di Reggio e alla sua famiglia, esprimo la mia solidarietà a tutti coloro che oggi festeggiano il 75° anno dalla “Liberazione” dal Governo fascista e dall’occupazione nazista.”


“Un’azione sporca e vigliacca! - queste le parole di Silvana Velonà, Presidente dell’Accademia del Tempo Libero di Reggio Calabria, a commento del gravissimo atto vandalico che ha devastato la sede della Fondazione Italo Falcomatà -. Voglio far giungere al Sindaco Giuseppe Falcomatà e alla famiglia, la mia solidarietà e quella di tutta l'Accademia. Questo deprecabile atto rappresenta tutto ciò che va combattuto con ogni mezzo, perché palesa totale assenza di valori e ideali. È un atto vile, perché ha inteso colpire la memoria di una persona che non c'è più, e che tanto ha dato a questa città, non solo come amministratore, ma anche come uomo. È un atto grave perché attacca un ideale di legalità, correttezza, altruismo. La mia speranza è che molti degli oggetti si possano recuperare perché cari ricordi di famiglia, prima ancora che testimonianza storica del nostro passato, e che gli autori di cotanto scempio possano presto essere assicurati alla giustizia. Al nostro Sindaco e a tutta la sua famiglia giunga il sostegno e l’ideale abbraccio del direttivo dell’Accademia”.


“Vandalizzare un luogo che conserva la memoria degli affetti della famiglia Falcomatà e dei tanti Reggini che hanno apprezzato il ruolo e le azioni di Italo è un'azione indegna, infame.” - Lo scrive Emiliano Imbalzano, consigliere Lega Reggio Calabria metropolitana in una nota -

“Una città che promuove le basi della convivenza civile e democratica – si legge - non può permettersi di sopportate gesti tanto insensati quanto volgari. La speranza è che i colpevoli vengano subito individuati e messi nelle condizioni di espiare le responsabilità e chiedere scusa. Le battaglie per una piena coscienza del valore assoluto della legalità le condividiamo da sempre con l'amico Giuseppe e, pur nelle tante differenze politiche, gli siamo accanto con piena testimonianza di solidarietà.”


Il Circolo Rhegium Julii “esprime la propria solidarietà alla Fondazione Italo Falcomatà per il vile atto intimidatorio con danni alle cose perpretato presso la sua sede sociale.

Il gesto inqualificabile colpisce ingiustamente non solo i sentimenti di una famiglia, ma l’impegno storico-culturale portato avanti dagli associati che hanno lavorato a lungo per rafforzare la memoria di ciò che una città intera non può dimenticare.

La libertà si conquista anche con atti di civiltà, di tolleranza e di giustizia e questo, spiace dirlo, non appartiene al gesto di chi si è macchiato di un così grave gesto di violenza.

Auspichiamo che il futuro ci riservi diversi e nuovi esempi di generosa convivenza civile e culturale perché questo non sia considerato il tempo dell’assenza, dell’odio e della disumanità”.