Incidente sul lavoro a Crotone: processo rinviato a causa dell’emergenza Covid

Crotone Cronaca

In forza alle norme per il contenimento della diffusione del coronavirus, che hanno disposto, a decorrere dal 9 marzo, il rinvio delle udienze dei procedimenti pendenti presso tutti gli uffici giudiziari in data successiva al 15 aprile, è stata rinviata e fissata per il 20 maggio, alle 9, presso il Tribunale di Crotone, l’attesa udienza inizialmente in programma per l’8 aprile del processo per il disastro sul lavoro del 5 aprile 2018 e di cui da poco è trascorso il secondo anniversario.

Com’è tristemente noto, il tragico infortunio è costato la vita a tre operai, travolti dal crollo di un muro del cantiere durante i lavori di ampliamento del lungomare di viale Magna Grecia: Giuseppe Greco, 51 anni, e Mario De Meco, 56, entrambi di Isola di Capo Rizzuto, e l’appena 35enne di origini rumene Dragos Petru Chiriac, di Crotone (LEGGI QUI).

Per l’ennesima tragedia sul lavoro che, anche per le sue dimensioni, ha scosso l’Italia intera, il Pubblico Ministero della Procura crotonese titolare del fascicolo per il reato di omicidio colposo in concorso, Andrea Corvino, a chiusura delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio per tre figure apicali della Crotonscavi Costruzioni generali, l’impresa incaricata dal Comune di eseguire i lavori “incriminati”, e per il progettista.

Si tratta del geom. Gennaro Cosentino, 58 anni di Crotone, rappresentante legale dell’impresa, appaltatore delle opere, redattore del Piano Operativo di Sicurezza, datore di lavoro "di fatto e di diritto" e direttore tecnico di Crotonscavi; il geom. Massimo Villirillo, 57 anni, di Crotone, dirigente e procuratore della società, a cui erano conferiti specifici poteri di vigilanza e organizzazione del lavoro.

Ed ancora, il geom. Giuseppe Spina, 44 anni, pure di Crotone, capocantiere preposto della ditta, e l’architetto di origini vicentine residente a Como Sergio Dinale, 57 anni, legale rappresentante dello Studio veneziano “D:RH architetti e associati” con sedi a Mestre e Como, firmatario del Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento), progettista dell’opera nonché direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (Csp) ed esecuzione (Cse).

Agli imputati il Pm contesta a vario titolo, ciascuno per le proprie funzioni, gravissime violazioni in ordine alla "inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline” alla base dell’incidente.

Le indagini avrebbero accerrtato che “l’evento si verificava perché nel corso delle lavorazioni di un nuovo muro di contenimento a valle del preesistente (a 2,5 metri), veniva trascurata la situazione di fatto costituita dalla presenza di un basamento in cemento la cui rimozione, e successiva asportazione del terreno sottostante (per 70 cm di profondità), senza previa valutazione e senza cautele, comprometteva l’equilibrio statico del muro poi collassato, privo di fondazioni, da cui conseguiva una concreta situazione tale che una occasionale, minima causa perturbativa, quale la vibrazione indotta da un mezzo di cantiere o la presenza di una zona maggiormente scavata al piede, già scalzata per la rimozione del basamento, ne provocava il rovinoso ribaltamento” scrive il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio.

Finora, le due udienze precedenti hanno visto la costituzione di parte civile dei familiari di tutte e tre le vittime, tra cui la mamma di Dragos Petru Chiriac la quale, per essere assistita, insieme ad altri congiunti del 35enne operaio, attraverso il consulente personale Giuseppe Cilidonio, si è affidata ad una società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato penalista del Foro di Bari, Aldo Fornari. E’ stata ammessa anche la significativa costituzione dell’Associazione nazionale vittime sul lavoro.

Il Gup, Romina Rizzo, ha anche autorizzato la citazione del responsabile civile, cioè Crotonscavi. L’udienza del 20 maggio è molto attesa perché, oltre alla costituzione dell’azienda, si entrerà nel vivo con l’interrogatorio dell’arch. Dinale e, soprattutto, con la discussione in merito alle richieste del Pubblico Ministero