Omicidio Vangeli: cinque gli indagati dalla Dda, anche l’ex fidanzata

Vibo Valentia Cronaca

Avviso di conclusione indagini nell'ambito dell'omicidio di Francesco Vangeli (QUI), il 26enne di Filandari, vittima di lupara bianca, il cui corpo non è stato ancora ritrovato.

L'avviso è arrivato per i fratelli Antonio e Giuseppe Prostamo, rispettivamente 31 e 35 anni, che avrebbero gettato nel Mesima la giovane vittima ancora agonizzante; per due suoi amici, Alessio Porretta, 24 anni di Filandari, e Fausto Signoretta, 29 anni di Ionadi, e per l’ex fidanzata di Vangeli, Alessia Pesce, 21enne di Filandari ma residente a San Giovanni di Mileto.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore antimafia Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo, con la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri, e condotte sul campo del Carabinieri del Norm della Compagnia di Vibo guidati dal tenente Luca Domizi, hanno portato ad individuare i presunti esecutori materiali del delitto e il movente da cui sarebbe scaturito l’omicidio.

Ad uccidere Vangeli sarebbero stati – secondo l’ipotesi accusatoria – i due fratelli Prostamo, ritenuti esponenti di spicco dell’omonima “famiglia” di ‘ndrangheta di San Giovanni di Mileto.

I due avrebbero agito in concorso con altre due persone ancora in fase di identificazione. Sono accusati, a vario titolo, di una serie di reati, tutti aggravati dal metodo mafioso: omicidio, distruzione e soppressione di cadavere oltre a minaccia e detenzione di arma clandestina.

I FATTI si sono consumati tra il pomeriggio e la sera del 9 ottobre 2018 (QUI). Vangeli venne attirato con un pretesto nella casa di Antonio e Giuseppe Prostamo, a San Giovanni di Mileto.

È qui che il giovane di Filandari sarebbe stato ferito da un colpo di fucile, rinchiuso in un sacco nero di plastica e, ancora agonizzante, trasportato a bordo della sua auto nei pressi del fiume Mesima dove è stato gettato. Quindi i suoi presunti assassini avrebbero bruciato la macchina nel tentativo di cancellare quante più tracce possibili.

Tra gli indagati figura Alessia Pesce, la giovane donna che sarebbe stata contesa da Antonio Prostamo e Francesco Vangeli. La 21enne è accusata di aver reso delle false dichiarazioni al pubblico ministero nel tentativo di depistare le indagini.

La Pesce sarebbe stata anche brutalmente percossa da Antonio Prostamo che per questo motivo è accusato anche di maltrattamenti in famiglia. Questo fa pensare ad un movente passionale dell’omicidio.

Un ruolo fondamentale in questa vicenda lo avrebbero rivestito due “amici” di Vangeli: Alessio Porretta e Fausto Signoretta, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso.

La tesi è che il primo abbia accompagnato la vittima a San Giovanni di Mileto a bordo della Ford Fiesta poi data alle fiamme. Secondo le indagini, prima di arrivare a destinazione, i due si sarebbero fermati a Nao (una frazione di Ionadi) per informare Fausto Signoretta e chiedere di interessarsi alla vicenda per trovare una soluzione nei contrasti esistenti tra i Prostamo e Francesco Vangeli “anche in virtù – sostengono gli inquirenti – della sua vicinanza ai Mancuso”.

Signoretta ha infatti tenuto a battesimo la figlia di Giuseppe Mancuso, quest’ultimo figlio di Giovanni. Una mediazione fallita perché - da quanto emerge dall’inchiesta - Signoretta sarebbe stato costretto in malo modo dai Prostamo ad allontanarsi dalla loro abitazione mentre Porretta sarebbe stato riaccompagnato a casa lasciando da solo al proprio destino il povero Vangeli.