Dipendenti Asp in malattia. Attacchi “porta a porta” e fuori dall’Asl, Meetup: “aberrante”

Crotone Cronaca

300 cani bastardi”. È questa la scritta comparsa ieri mattina all’ingresso del Poliambulatorio di Corso Messina a Crotone, una struttura che gestisce i servizi ambulatoriali specialistici, proprio in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo, per i timori di contagi su larga scala, a causa della pandemia in corso.

“A scatenare tutta questa rabbia - secondo quanto riporta in una nota il Meetup Crotone in MoVimento - sarebbe stato l’ennesimo scandalo, l’ennesima situazione aberrante in cui versa il sistema sanitario regionale, scoppiato a seguito del comunicato stampa del direttore generale facente funzioni, dell’Asp di Crotone, Francesco Masciari, nel quale ha dichiarato che: “300 dipendenti aziendali si trovano attualmente in regime di malattia. Con il dovuto rispetto per tutti coloro che legittimamente stanno usufruendo di un beneficio di legge, occorre tuttavia sottolineare l'anomalia del dato, stranamente coincidente con l'acuirsi dell'emergenza coronavirus”. (QUI)

Per il Meetup Crotone si tratta di dichiarazioni che “gettano pesanti ombre sulla sanità calabrese. Parole che secondo alcuni sarebbero capaci di evocare immaginari catastrofici, e che secondo altri, invece, sarebbero state inopinatamente trasmesse a mezzo stampa, senza preventivamente verificarne la fondatezza, senza accertare come effettivamente stessero le cose in relazione alle singole posizioni degli infermieri, medici, operatori socio-sanitari e personale amministrativo interessati.”

“La notizia – sbottano dal Meetup - è rimbalzata sui maggiori organi di stampa nazionale. Lo stesso inizialmente aveva parlato di 300 dipendenti, per poi correggere il tiro precisando che 150 erano costituiti da personale non sanitario, e che i Dirigenti medici convolti erano 33 unità, su un totale in organico pari a 280/285. Si è trattato forse di una semplice leggerezza o c’è dell’altro? Sarebbe fortemente opportuno che chi di competenza facesse i dovuti accertamenti".

"Questa situazione - aggiungono - pare abbia ingenerato sospetti in una parte dell’opinione pubblica, in una realtà dove purtroppo diversi operatori sanitari sembrano non sentirsi tutelati, dove in precedenza si sarebbero verificati degli episodi di violenza nei confronti di alcuni degli stessi. A chi giova insinuare sospetti o alimentare un clima di insicurezza, di sfiducia nei confronti degli operatori della sanità crotonese in questo momento? A Crotone non abbiamo bisogno di eroi, ma di normalità, di persone “normali” che siano messe nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza".

Secondo il Meetup lo scopo dei decreti messi in atto dal governo "è quello di evitare il contagio con un virus potenzialmente mortale. Un virus diventato un nemico invisibile, in grado di colpire mortalmente ovunque e chiunque, scatenando paura e senso di impotenza. Il Covid-19 non è solo una emergenza sanitaria, ma è anche, e soprattutto, un problema politico. Bisogna avere il coraggio di dire basta alle parole finalizzate a dirottarci. Abbiamo bisogno di azioni per proteggerci. In Italia, secondo i dati Iss, sono quasi 5000 (4.824) i contagiati fra gli operatori sanitari, con una percentuale più che doppia rispetto al dato registrato in Cina.”

Riportando l’esempio di Vibo Valentia dove le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Fials e Fsi hanno lanciato l’allarme, segnalando “grave carenza di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)” e invitando la direziona Asp “ad attivarsi senza indugio”, per il Meetup nella città pitagora “non abbiamo bisogno di kamikaze, per giustificare le falle di un sistema sanitario regionale che potrebbe certamente essere migliore, o l’incapacità manageriale nella gestione della crisi.”

Gli “attacchi” però non si sarebbero fermati fuori dall’Asl di Corso Messina e il Meetup rende noto che “La moglie di un operatore sanitario questa mattina ha trovato un cartello affisso dietro la porta della propria abitazione con su scritto “Alza il culo e vai a lavorare. Vergognati!” Alcuni operatori malati avrebbero addirittura paura di aprire la porta di casa poiché temono il linciaggio. In un condominio è stato attaccato alla porta di un operatore sanitario un foglio che riportava la scritta: “Vai a lavorare oi fitusu”.”

“Quello che appare anomalo in tutta questa situazione non è tanto il numero degli esseri umani alle dipendenze dell’Asp di Crotone che possono trovarsi in malattia, ma tantissime altre cose che sembrano non andare.” Aggiungono dal Meetup, aprendo anche una parentesi sulla “lista di pazienti affetti da Covid-19 circolata su WhatsApp (QUI) e sul fatto che la governatrice della Calabria, Jole Santelli, sia allarmata dal fatto che “Dal Nord stanno arrivando aerei e treni pieni”,(QUI) mentre il segretario regionale del Carroccio Cristian Invernizzi, critica le recenti decisioni della stessa presidente della giunta regionale, nonostante sulla carta sia il suo principale alleato politico, paventando un “rischio abbandono per i calabresi emigrati”.”

Tale situazione, per il Meetup Crotone: “non fa altro che alimentare il clima di sfiducia nei confronti dei rappresentanti regionali eletti, ingenerando dubbi sull'adeguatezza degli stessi, sulle loro capacità di gestire certe situazioni e tutelare e proteggere prontamente la salute dei cittadini calabresi.”

“In Calabria invece, a Crotone soprattutto, - chiosano dal Meetup Crotone in MoVimento - abbiamo bisogno di un approccio molto più completo per proteggere la sanità pubblica. E dobbiamo anche fare tutto il possibile per sostenere le famiglie. Ciò che sta facendo il Presidente della Regione Santelli non è sufficiente. La Regione Calabria deve svegliarsi alla minaccia rappresentata dal coronavirus e alle possibilità di un'azione efficace e umana che questa pandemia presenta. Esortiamo tutti a rimanere seri a proposito delle linee guida e delle misure varate dal governo, seguendo i consigli di prevenzione, e a chiedere di meglio per la nostra regione".

"Quando abbiamo sentito degli altri casi negli altri territori, abbiamo pensato: come si riesce ad abituarsi a tutto ciò? Ed è successo, e noi eravamo impreparati. Abbiamo la responsabilità di proteggerci l'un l'altro in questo momento. Dobbiamo pensare – concludono - che presto avremo di nuovo la nostra vita, sicuramente cambiata da questa crisi, ma torneremo a pianificare e organizzare il nostro futuro. Insieme ce la faremo."