Covid. Il bollettino, superati i 200 casi. Aumento di positivi in quasi tutte le province

Calabria Salute

Altri trentotto calabresi sono risultati positivi al Covid-19. A confermare i dati, ormai come di consueto ogni giorno a quest’ora, il bollettino ufficiale e riepilogativo della Regione.

Il totale dei casi arriva ad oggi e dunque a 207, 38 in più rispetto a quelli resi pubblici ieri (QUI). I tamponi eseguiti ammontano a 2141; quelli negativi, di conseguenza, sono stati 1934.

Reggio Calabria detiene suo malgrado ed ancora il “primato” dell’area più colpita della regione: 73 pazienti (16 in più rispetto a ieri), di cui 18 in reparto; 5 in rianimazione; 47 in isolamento domiciliare. Nel conteggio anche i due guariti ed un deceduto.

47 i casi registrati a Catanzaro (11 in più da ieri), ma tra questi vi sono i due pazienti di Bergamo trasferiti ieri nel capoluogo: 13 si trovano attualmente in reparto; 8 in rianimazione e 26 in isolamento domiciliare.

Nella triste classifica dei contagi segue Cosenza con 43 positivi (+7 da ieri) dei quali 27 in reparto; tre in rianimazione; 11 in isolamento domiciliare e due, purtroppo, i deceduti, e l’ultimo proprio di oggi (QUI)

Salgono anche a Crotone i casi di Covid: esattamente a 38 (+3 da ieri) ma mancano all'appello quelli conteggiati come ricoverati a Catanzaro e che portano il computo totale a 43, come ufficializzato anche dall'Asp provinciale. Dei 38, 13 sono in reparto; 24 in isolamento domiciliare ed uno deceduto. Infine, 6 quelli a Vibo Valentia e tutti in isolamento domiciliare.

Quanto ancora ai freddi numeri, 5882 sono le persone finora in quarantena volontaria e così distribuite: 2838 a Reggio Calabria; 1300 Cosenza; 633 a Vibo Valentia; 596 a Catanzaro e 515 a Crotone.

Infine, i soggetti giunti in Calabria e che si sono registrati al sito della Regione sono 9827.

ITALIA: QUASI 38MILA CASI, DECEDUTI SUPERANO I 4 MILA

Quanto ai report nazionali, resi noti oggi pomeriggio presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, emerge che al momento sono 37.860 le persone che risultano positive al virus. Sempre ad oggi, in Italia sono stati invece 47.021 i casi totali.

Nel dettaglio, i contagi sono così ripartiti: 15.420 in Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia, 422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in Sardegna, 201 in Calabria (la Regione ne segnala però 2017), 39 in Molise e 52 in Basilicata.

5.129, invece, le persone guarite e 4.032 quelle decedute (numero che potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso tramite un’accurata indagine epidemiologica)

BORRELLI: PENSIONI “SPALMATE”, AL VIA TASK FORCE MEDICI

Nel corso della consueta conferenza di aggiornamento, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha annunciato di aver firmato oggi un’ordinanza che consente il pagamento anticipato delle pensione, negli uffici postali e nelle banche. Pagamento che non avverrà più in un unico giorno ma, ha sottolineato, sarà “spalmato” dal 26 al 31 di marzo, e così accadrà anche per aprile e per i mesi a venire.

Borrelli ha poi evidenziato che la Protezione Civile sta lavorando con ministri competenti e tutti i governatori per chiudere l’ordinanza che permette la costituzione di una task force composta da 300 medici che saranno messi supporto delle realtà sanitarie regionali che ne avranno bisogno: “da qui a breve, - ha detto Borrelli - ci ripresenteremo col ministro Boccia per annunciarne la firma. Credo che entro stasera daremo corso all’attuazione di questa task force.

BERNABEI: DECESSI PER PATOLOGIE CONCOMITANTI

Dopo Borrelli è intervenuto anche Robero Bernabei, professore ordinario di geriatria all’università Cattolica di Roma e presidente Associazione Italia Longeva.

Il docente ha preso sputo da una indagine dell’Istituto Superiore di Sanità in cui sono state analizzate le cartelle dei primi 355 deceduti e “dove - ha esordito - si mostrano delle cose che hanno un significato precisissimo”.

Focus di Bernabei è stata infatti l’età media dei pazienti affetti da covid deceduti e, soprattutto, la puntualizzazione che la quasi totalità di questi casi possa essere da correlare a patologie concomitanti e non già al virus.

Dei 355 decessi presi inconsiderazione in tre, cioè lo 0,8% - ha spiegato Bernabei - avevano zero patologie concomitanti, tutto il resto aveva una, due o tre patologie

Insomma, un dato che per certi aspetti “fotografa bene la realtà” ha aggiunto, sostenendo poi che il fattore di rischio vero è quello di averci un’età non solo geriatrica ma anche delle patologie concomitanti”.

In particolare, l’ipertensione, la cardiopatia ischemica, la fibrillazione atriale o il diabete, che, ha aggiunto Bernabei “sono quelle che portano ad una maggiore aggressività del virus. Questo credo sia quello che spiega anche l’eccesso di mortalità (in Italia, ndr), noi - ha sbottato il docente - siamo il paese più vecchio del mondo insieme al Giappone. L’età media degli infettati è di 63 anni contro i 46 dei cinesi, e a 46 anni si reagisce meglio che a 63”, ha concluso.

(aggiornata alle 18:45)