Nuovo esodo verso sud, sindaco calabrese: tagliere ogni collegamento

Cosenza Attualità

“L’allarmante flusso di ritorno sul territorio dei nostri emigranti dalle regioni del Centro-Nord Italia non consente più indugi in quanto risulta elevatissimo il rischio di diffusione epidemiologica da coronavirus. In tal senso, è necessaria, ove ne ricorrano i presupposti, l’applicazione dell’art. 438 del codice penale che tutela la salute pubblica da chiunque cagioni un’epidemia mediante la diffusione di agenti patogeni”.

Come decine di Comuni della Provincia, anche Terranova da Sibari presenta un esposto ai Procuratori di Paola, Castrovillari, Cosenza, ai Prefetti, alle forze dell’ordine di competenza, alle Istituzioni regionali e al Ministero degli interni, in cui si chiede – tra l'altro – la sospensione del traffico ferroviario e autostradale.

“Malgrado le restrizioni del decreto governativo dell’11 marzo scorso – sottolinea il Sindaco, Luigi Lirangi – è costante il rientro di conterranei potenzialmente affetti da Coronavirus con il rischio dell’esplosione di un’epidemia che peserebbe in modo insostenibile su un apparato infrastrutturale totalmente inadeguato a fronteggiare l’emergenza”.

In altri termini – è il senso della denuncia ormai di larga diffusione – di fronte all’evidente inutilità di appelli al buon senso si rende indispensabile l’applicazione dell’art. 438 del codice penale rispetto a presupposti quali “la rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero notevole di persone e l’ampia estensione territoriale del male”.

“Il grave momento di emergenza – continua Lirangi – richiede ancora di più la massima capacità di intervento da parte delle Istituzioni e dei tutori dell’ordine ai quali va sempre la nostra riconoscenza. Allo stesso tempo, non è secondaria la necessità che tutti i suddetti Comuni della Provincia, che stanno facendo pressioni per un rigido controllo del territorio e degli spostamenti, si attivino per un coordinamento costante delle loro azioni.

Individualismi di natura politica o burocratica non fanno altro che ostacolare l’irrinunciabile presa di coscienza su un’emergenza che accomuna tutti i territori. Le conseguenze sociali ed economiche che dovremo affrontare richiederanno, infatti, soprattutto in una Regione come la nostra, collegialità. Questa è la prima lezione di tale terribile esperienza”.