Uilpa. Emergenza sanitaria e tutela lavoratori: la PA deve adeguarsi a smart working

Calabria Attualità
Patrizia Foti

“La drammatica emergenza sanitaria che si registra su tutto il territorio nazionale e che sta colpendo non solo il nostro paese ma l’intero globo terrestre, è stata oramai classificata come pandemia dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò descrive il particolare momento che l’intera collettività sta vivendo, con spasmodica agitazione o, in alcuni casi, con totale indifferenza ed incoscienza”.

A fare il punto della situazione è Patrizia Foti, segretario Generale Territoriale Uilpa di Reggio Calabria che ricordando il cospicuo numero di dipendenti di tutto il pubblico impiego che continuano ad espletare i doveri ed i servizi che la loro funzione impone registra rammaricata il fatto che non le amministrazioni abbiano messo in atto quelle attività necessarie ad agevolare i dipendenti nello smart-working o contingentando le risorse umane evitando esposizioni al virus.

“Ad oggi - afferma Foti - tutte le disposizioni normative adottate, comprese le linee guida a firma delle direzioni centrali, se pur dettate dal Dcpm dell’11 marzo … emanato per il contenimento del contagio del Covid-19, sono effettivamente seguite solo per una percentuale ridotta di personale e distribuite a macchia di leopardo poiché, oltre alle oggettive difficoltà causate dall’improvvisa emergenza, bisogna fare i conti con chi, effettivamente, può delocalizzare le funzioni operative del proprio incarico.”

Per il segretario Uilpa ad essere “penalizzati” rimarrebbero coloro che devono garantire quotidianamente i servizi essenziali, “esponendosi in prima persona a difficoltà concrete e soggettive, facilmente superabili attraverso l’emanazione di una specifica direttiva che garantisca il massimo contenimento all’interno degli uffici, in modo da contrastare il più possibile l’emergenza sanitaria in atto”.

“La preoccupazione - ribadisce - diventa ogni giorno più crescente, poiché il lavoro di tutti coloro che devono garantire la loro prestazione lavorativa ed i contatti con la cittadinanza, richiede la presenza continua di personale, posto in servizio con gravose difficoltà sia gestionali delle risorse umane che operative”.

Nonostante tutto, i lavoratori del pubblico impiego, con grande senso di responsabilità ed abnegazione, nella confusione generale collettiva che regna sovrana anche per il timore da contagio, continua a portare a termine il proprio lavoro.

L’appello della Uilpa è quello di tutelare al massimo la salute dei lavoratori, così come previsto dalle norme che obbligano i datori di lavoro alla protezione e salvaguardia dei lavoratori, soprattutto in presenza dell’accresciuto numero di persone positive al virus. Quindi anche le pubbliche amministrazioni devono assicurare l’attività ordinaria attraverso le forme di lavoro agile anche in deroga.

“Le circostanze attuali – dice ancora Foti - richiedono l’attuazione di quanto necessario alla salubrità dei dipendenti, come la sanificazione e la riduzione di tutti gli ambienti di lavoro, quale atto dovuto e necessario al fine del contenimento della pandemia.

Riteniamo quindi, che solo adottando con urgenza le misure essenziali per ridurre la presenza dei dipendenti pubblici all’interno degli uffici, riusciremo a contenere il contagio e salvaguardare tutta la collettività”.