Torturatore in Libia, richiedente asilo in Italia: libico arrestato nel Cara di Crotone

Crotone Cronaca
Wael Ghali Masoud Alhasaeri

Associazione a delinquere e tortura: queste le accuse contestate ad 38enne libico, Wael Ghali Masoud Alhasaeri, che ieri sera è stato arrestato, su ordine della Dda di Catanzaro, dagli uomini della squadra mobile di Crotone e per cui si sono spalancate le porte della casa circondariale del capoluogo pitagorico.

Il fermo dell’uomo - sbarcato a Lampedusa nell’ottobre scorso e tra l’altro richiedente asilo nel nostro paese - arriva al termine di una indagine condotta falla polizia dopo la segnalazione di un cittadino somalo 22enne, attualmente ospite presso il Cara di S. Anna ad Isola di Capo Rizzuto.

Il somalo, il 9 febbraio, si era presentato al corpo di guardia del Centro di accoglienza, insieme ad un suo connazionale, sostenendo di aver riconosciuto nel campo uno dei suoi torturatori ed identificandolo proprio in Alhasaeri.

A questo punto la Mobile, dopo alcuni accertamenti preliminari finalizzati a verificare ovviamente la fondatezza di quanto dichiarato dalla vittima, ha ascoltato quanto necessario, in particolare che durante il periodo in cui il giovane somalo era in una safe house in Libia, il 38enne, come capo carceriere, lo avrebbe torturato ripetutamente insieme ad altri suoi connazionali, sottoponendolo a diverse sevizie e maltrattamenti che gli avevano provocato “sofferenze acute fìsiche tali da determinare un trauma psichico”, affermano gli investigatori.

Il ragazzo ha riferito agli agenti di essere stato picchiato più volte con dei bastoni e di aver subito la minaccia di utilizzare degli elettrodi per infliggergli delle scariche elettriche. Il somalo ha sostenuto anche che in una circostanza avrebbe assistito a un omicidio, a suo dire commesso dal libico per dare un “esempio” a tutti gli altri.

Inoltre, secondo gli investigatori, Alhasaeri avrebbe fatto parte di una organizzazione più ampia dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel frattempo si è avuto notizia del fatto che il libico, venuto probabilmente a conoscenza della possibile denuncia, avrebbe cercato di lasciare il centro di Accoglienza dandosi alla fuga.

Pertanto, a fronte della concreta possibilità si perdere le sue tracce, di concerto con la Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro si è deciso di fermarlo subito e dunque di arrestarlo.