Omicidio Ianni. Annullata sentenza, presunto assassino torna in carcere

Reggio Calabria Cronaca

Mercoledì pomeriggio, a seguito della richiesta della Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, la Corte d’Appello ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Costantino, commercialista 54enne ritenuto responsabile dell’omicidio di Domenico Ianni e del tentato omicidio di Evgen Dimov, fatto sangue avvenuto nelle campagne di Seminara nel settembre del 2012 (QUI).

Le ricerche dell’uomo, avviate nell’immediatezza dai Carabinieri della Compagnia di Palmi, in costante sinergia con i colleghi di Desio (in provincia di Monza Brianza), hanno permesso di rintracciare Costantino in Lombardia, in particolare nel comune di Lissone, dove è stato tratto in arresto.

Il provvedimento nasce da un’articolata attività di indagine diretta dalla Procura di Palmi, e condotta dai militari della compagnia locale, che avrebbero consentito sin da subito di raccogliere quelli che vengono considerati dagli inquirenti come dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti del commercialista.

Secondo gli investigatori l’omicidio sarebbe scaturito al culmine di una lite per una servitù di passaggio che ricade tra i fondi comunicanti della vittima e del presunto assassino (QUI).

Quest’ultimo, a seguito della testimonianza di Evgen Dimov, è stato condannato a 30 anni di carcere, in primo grado, tuttavia le dichiarazioni del Bulgaro sono state giudicate inattendibili dai primi Giudici di Corte d’Appello che, capovolgendo la sentenza della Corte d’Assise di Palmi, hanno assolto l’uomo.

Pronunciamento che è stato però annullato dalla Corte di Cassazione, su ricorso dell’Avvocato Generale Fulvio Rizzo, che ha rimesso la decisione ad una nuova valutazione della Corte d’Assise d’Appello.

A seguito di ciò, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, diretta da Bernardo Petralia, ha richiesto l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Costantino che è stata emessa nel primo pomeriggio di mercoledì scorso dalla Corte d’Assise d’Appello locale, insieme alla condanna per l’uomo a 30 anni di reclusione in carcere.

L’arrestato, al termine delle formalità, è stato portato nella Casa Circondariale di Monza, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria.