Teatro, in scena con “Rumors” i pettegolezzi dell’alta borghesia newyorkese

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Una cena elegante tra amici, dell’alta borghesia newyorkese, diventa, nella celebre pièce del maestro del teatro brillante contemporaneo una rutilante girandola di equivoci, colpi di scena, imprevisti, gag e risate per una serata ad alto tasso di divertimento.

Stiamo parlando di “Rumors” la commedia di Neil Simon, portata in scena dalla compagnia Aprustum. Sulla scena del teatro Sybaris, diretti da Casimiro Gatto ci saranno Martina Aloisio, Fedele Battipede, Ivan Donadio, Domenico Donato, Luana Fazio, Rosanna Guaragna, Andrea Magnelli, Gabriele Pacenza e Katia Sartore. Lo spettacolo, diviso in due atti, rientra nei festeggiamenti del venticinquennale dell’associazione culturale Aprustum.

La commedia statunitense, scritta alla fine degli anni ottanta, è ambientata nel ricco appartamento dei Brock dove i coniugi Charlie e Myra hanno organizzato una festa per il loro decimo anniversario di matrimonio invitando i loro più cari amici. Qualcosa però va storto: quando arrivano i primi ospiti, la padrona di casa, Myra, è scomparsa e il marito, Charlie, si presenta loro ferito e in stato di shock. Come se non bastasse, anche la servitù è scomparsa e la cena non è pronta. Vista la posizione politica di Charlie, vicesindaco di New York, scatta subito un obbligo: non dire niente a nessuno per evitare gli scandali e soprattutto la perdita dei privilegi dovuti alla complice amicizia col vicesindaco.

Le quattro coppie di amici, gli avvocati Ken e Chris Gorman, Leonard Ganz e la moglie Claire, lo psicanalista Ernie e sua moglie Cocca, il candidato al Senato Glenn Cooper e sua moglie Cassie, estremamente gelosa e nevrotica, cercheranno di tenersi vicendevolmente nascosto il fatto, inventando, man mano che la festa si affolla, bugie su bugie, amplificando i pettegolezzi, i «rumors» come dice il titolo della commedia, in un crescendo di momenti sempre più disperati ed esilaranti. Così, in un incalzante ritmo, tra bugie, imbrogli ed invenzioni, la storia, o meglio la “farsa” come la definisce lo stesso autore, si dipana con toni ironici e paradossali fino ad arrivare alle sorprese conclusive.