Fondi ai Gruppi. Neri e D’Agostino: nessun nostro coinvolgimento nel procedimento erariale

Calabria Cronaca

I Consiglieri regionali Giuseppe Neri e Francesco D’Agostino smentiscono un loro presunto coinvolgimento nell’ambito del procedimento erariale scaturito dall’inchiesta denominata “Rimborsopoli” (LEGGI QUI).

La pronuncia della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti (la n. 569/2019), spiegano i due amministratori, “ha infatti interessato tutt’altra questione che si intende oggi sottoporre all’attenzione eventualmente anche critica e severa del lettore, a conferma comunque definitiva delle inesattezze riportate dagli organi di stampa”.

La vicenda è partita dalla deliberazione della Sezione per il Controllo della stessa Corte dei Conti, “mediante la quale – proseguono - veniva contestata ai gruppi consiliari e non certamente allo scrivente, l’illegittimo rimborso delle spese imputabili al personale istituito presso i medesimi gruppi”.

Le Sezioni Riunite della magistratura contabile, tuttavia, pronunciandosi successivamente sull’opposizione promossa da alcuni gruppi consiliari, in riforma integrale dei rilievi mossi dalla Sezione per il Controllo, aveva invece dichiarato come assolutamente legittima tale voce di spesa.

Per l’effetto, l’ufficio di Presidenza di cui sono stati componenti sia Neri che D’Agostino, su parere esplicito dell’Ufficio Legale del Consiglio Regionale e su espressa e motivata proposta del Settore competente, a quel punto e con una delibera, la n. 37/2015, aveva esteso “il giudicato” formatosi sulla pronuncia delle Sezioni Riunite anche a quei gruppi consiliari che non avevano invece mosso impugnazione agli originari rilievi della Sezione per il Controllo.

“Le ragioni di tale modus operandi – affermano Neri e D’Agostino - sono banali e facilmente intuibili anche al più distratto dei lettori, essendo inimmaginabile sul piano dell’equità sostanziale che è principio di matrice costituzionale, che nell’ambito della stessa legislatura alcuni gruppi consiliari avessero potuto usufruire delle spese per il mantenimento del personale per quanto espressamente statuito dall’Autorità Giudiziaria, al contrario invece di quei gruppi che per motivi diversi non avevano personalmente agito avverso gli originari rilievi della Sezione per il Controllo”.

“La notizia diffusa in ordine ad un coinvolgimento nel procedimento Rimborsopoli – continuano Neri e D’Agostino - è quindi totalmente destituita di fondamento, in quanto, la pronuncia di condanna di recente emessa dalla Corte dei Conti, senza volerne sminuire la portata, ha sancito esclusivamente l’impossibilità dal punto di vista amministrativo di operare la cosiddetta estensione del giudicato per come cristallizzata sulla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 37/2015”.

Senza voler entrare dal punto di vista tecnico nel merito delle motivazioni della decisione della magistratura contabile, fra l’altro non ancora definitiva, “un dato inequivocabile è possibile comunque ricavare dal pronunciamento espresso dall’Autorità Giudiziaria. Nessuno fra i componenti dell’Ufficio di Presidenza, men che meno i sottoscritti, - continuano Neri e D’Agostino - ha mai provveduto a rimborsare per sé stesso alcun quattrino, malgrado si sia ingiustamente accostato il proprio nome al procedimento rimborsopoli, evidentemente senza alcun tipo di opportuno approfondimento”.

GRAZIANO E SCALZO: NESSUNA “RIMBORSOPOLI” IN SALSA CALABRESE

Alle precisazioni di Neri e D’agostino, hanno fatto seguito anche quelle di Giuseppe Graziano e Antonio Scalzo che hanno sottolineato che non ci sia “nessuna rimborsopoli in salsa calabrese”. Quanto alla sentenza della Corte dei Conti di condanna dei componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale affermano che “non si tratta di spese sostenute dai 5 componenti … i quali pertanto nulla hanno lucrato sulle spese dei gruppi consiliari. Si tratta, invece, di cifre attribuite – su indicazione del responsabile dell’ufficio di ragioneria del Consiglio regionale – ai Gruppi consiliari e di cui non si è fatto alcun utilizzo”.

“La sentenza (che verrà sospesa a seguito di appello) fa riferimento – aggiungono - all’applicazione a tutti i gruppi dei principi sanciti dalle Sezioni Riunite della stessa Corte dei Conti a proposito delle spese per il personale ritenute assolutamente regolari

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