Al Grandinetti va in scena “Come si rapina una banca” di Quinta Scenica

Catanzaro Tempo Libero

Una commedia divertente e surreale per l’adattamento scenico di Alessandro Chiappetta attraversata da quella vaga indolenza che caratterizza il dialetto cosentino in “Come si rapina una banca” di SamyFayad.

L’opera portata in scena dalla Compagnia Quinta Scenica di Castrolibero fa parte della rassegna Vacantiandu 2019-2020 con la direzione artistica diDiego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.

La scenografia “mutante”, ideata da Aldo Curcio, ricrea visivamente l’indigenza della famiglia Capece protagonista della pièce per poi trasformarsi, nel secondo atto, nell’elegante e funzionale ufficio del direttore di una banca. Così, nel primo atto, l’aspetto “sgarrupato” di quell’unico ambiente che funge da cucina e da camera da letto, con le “reste” d’aglio e le collane di peperoncino appese alla parete, rivela una forte matrice identitaria. E sono la miseria vera e la fame eterna i temi centrali della commedia attorno a cui si innestano gli altri bisogni che il capofamiglia Agostino, su suggerimento del figlio, cerca di soddisfare organizzando una rapina in banca.

L’andamento narrativo segue un ritmo quotidiano e facilmente riconoscibile. Regina (una brava Daniela Aragona) è la moglie/madre della tradizione che deve badare alla casa e alla famiglia. Il padre Agostino (un convincente Alessandro Chiappetta) è il prototipo del maschio medio con i suoi piccoli orgogli, le sue debolezze e i sogni mai realizzati. Nullafacente, in qualche modo ha ceduto lo scettro del capofamiglia al figlioTonino (ben caratterizzato da Fabio Contino) il quale deve procacciare il cibo per tutti mentre la figlia Giuliana (una vivace Alessandra Bianchi), incinta, è in “trattative” col padre del bambino nella speranza di un futuro migliore il nonno Gaspare (un arzillo e burbero Aldo Curcio) è il patriarca senza più potere.

Una famiglia sui generis, divisa tra tradizione e modernità nella quale si insinua l’inconsolabile vedova Altavilla, una gattara vociante e svitata ben interpretata da Maddalena Molinaro, premio Fita Bronzi di Riace 2019 come Miglior attrice caratterista. L’ultimo atto introduce il direttore di banca, un distinto signore di mezza età (ottimamente reso da Fulvio Stoja) che si rivelerà poi essere l’uomo della provvidenza, il personaggio chiave che risolverà l’intera vicenda. Accanto a lui un vecchio cameriere un po’ svagato a cui Nino Muoio conferisce un tocco cabarettistico.

L’amore, la maternità, la vecchiaia ma anche il legittimo desiderio di benessere e la ricerca della felicità fanno da perno tra i canoni classici della comicità popolare, ma rivelando allo stesso tempi un elevato spessore delle tematiche affrontate.

Nata nel 2013 a Castrolibero, la Compagnia Quinta Scenica annovera nel proprio repertorio spettacoli appartenenti alla tradizione teatrale italiana e a quella popolare cosentina. Tra gli autori rappresentati Pirandello, Goldoni, Erba, Feydeau e Wilde. Dal 2015 organizza la rassegnaMaMa Teatro” che si svolge ogni estate all’anfiteatro di Marano Marchesato (Cosenza).

Ha ottenuto molte nomination nelle edizioni 2015/2016/2017/2018 del Premio Fita Bronzi di Riace vincendo per due volte il Premio Miglior attrice protagonista a Maria Morabito nel 2015 per lo spettacolo “Gli Innamorati” di Goldoni e a Tiziana Migliano nel 2018 per “Margarita e il Gallo” di Edoardo Erba. Nel 2015, lo spettacolo Gli Innamorati ha vinto anche il Premio Ausonia come Miglior attrice protagonista (Maria Morabito) e Miglior attrice caratterista (Emanuela Gaudio).

Al termine dello spettacolo il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu, ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato ad Alessandro Chiappetta.