Procuratore Facciolla trasferito a Potenza. Csm: “Abusò funzioni di magistrato”

Cosenza Cronaca
Eugenio Facciolla

Trasferimento d’ufficio al Tribunale di Potenza con funzioni di giudice civile: è questa la decisione del Consiglio superiore della Magistratura nei confronti di Eugenio Facciolla, Procuratore della repubblica di Castrovillari. Secondo i giudici della Procura generale della Cassazione il magistrato avrebbe violato i doveri di imparzialità, correttezza e riserbo.

La tesi è che Facciolla abbia abusato delle sue funzioni di magistrato rivelando dati sensibili, favorendo una società che si occupa di intercettazioni e commettendo ‘una grave scorrettezza’ nei confronti dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro”.

Fatti che secondo il Csm avrebbero “determinato una caduta di autorevolezza, prestigio e credibilità dentro e fuori dell’ufficio giudiziario di appartenenza anche a causa della rilevanza che la vicenda in oggetto ha avuto sul piano locale, con inevitabili ricadute negative in punto di delegittimazione dell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nello specifico contesto territoriale dove si sono verificati i dati e dove Facciolla esercita attualmente le funzioni”.

Insomma, per questo sussisterebbero motivi d’urgenza che richiedono l’allontanamento in via provvisoria dalla sede di servizio e dalla funzione requirente. Tra questi anche l’allarme suscitato da un “contrasto” esistente all’interno della magistratura calabrese.

Nel provvedimento vengono inoltre menzionati esposti che, presentati da Facciolla al procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro, sarebbero stati “volti a screditare l’operato e la figura dei colleghi della Dda e della Pg da essi delegata per le indagini”.

Gli episodi, poi diventati di dominio pubblico, sono per il Csm “un grave e oggettivo vulnus della credibilità professionale del magistrato dinanzi all’opinione pubblica e agli ambienti forensi, non compatibile con l’esercizio delle funzioni requirenti”.

Facciolla è indagato dalla Procura della Repubblica di Salerno, competente per i reati che coinvolgono magistrati del distretto di Catanzaro, nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge cinque persone e riguarda l’attività della Procura della Città del Pollino in merito all’affidamento alla ditta Stm del contratto finalizzato alla fornitura di apparecchiature per intercettazione e alla presunta alterazione della data di una relazione di servizio (QUI).

I reati ipotizzati sono corruzione e falso ideologico. Le altre persone indagate sono Vito Tignanelli, agente della Polizia stradale di Cosenza, amministratore di fatto della Stm srl e la moglie Marisa Aquino, titolare della società; il comandante della stazione forestale di Cava di Melis (Cosenza) Carmine Greco e un carabiniere, Alessandro Nota, in servizio nello stesso centro.

L’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Salerno, Giandomenico D’Agostino, per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio è stata rinviata per un difetto di notifica al prossimo gennaio.

Una buona parte delle accuse contestate a Facciolla sono state già archiviate su richiesta dei pm titolari del fascicolo, ma questo non ha impedito l’avvio del procedimento disciplinare davanti al Csm che ha portato, su richiesta del ministro Alfonso Bonafede e della Procura generale della Cassazione, al trasferimento a Potenza.

Antonio Zecca, il legale di Facciolla, ha detto all’Agi che “al momento è tutto sospeso, perché ci saranno le impugnazioni consequenziali”.