“Valore sociale e culturale delle imprese”: se ne è discusso in Confindustria Cosenza

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Intervento del presidente Amarelli

“L’impresa ed il territorio hanno un legame molto stretto, ancorché poco percepito. Eppure l’impresa ricopre un ruolo fondamentale nella creazione di benessere e ricchezza endogena, che genera occupazione stabile”. Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza, introduce il convegno “Inclusiva e sostenibile. La cultura delle imprese”, organizzato dalla stessa associazione, per sollevare, dinanzi ad un pubblico attento e qualificato, una questione che ha più valenze.

“Negli ultimi dieci anni, in Calabria, nel solo settore dell’edilizia si sono perduti 24mila posti di lavoro. L’impatto è stato drammatico – continua il presidente Fortunato Amarelli - sia per i lavoratori che per i tanti imprenditori che sono stati costretti a chiudere l’attività. Parliamo di una cifra pari a due terzi di quella dei dipendenti dell’Ilva di cui, giustamente, si parla molto. Da noi questo dramma si sta consumando senza che si registri adeguata consapevolezza civile degli impatti sulla collettività. Occorre riflettere bene e prendere coscienza del valore sociale dell’impresa, che valica i limiti della stessa ed investe in maniera diretta i meccanismi della crescita complessiva della società ed il futuro stesso delle giovani generazioni”.

E di sviluppo, occupazione e cultura ha parlato diffusamente il Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Anna Laura Orrico, intervenendo ai lavori del seminario. “Sto lavorando per lanciare gli Stati generali della Cultura in Calabria, - ha dichiarato - un momento di confronto e ragionamento collettivo che metta insieme le istituzioni locali, gli imprenditori e gli operatori culturali della regione in un summit che li veda protagonisti nel raccontare quello che fanno, le proposte e gli strumenti necessari per crescere e dar vita a nuove opportunità. Il momento congiunturale è favorevole per poter pensare di costruire una filiera della cultura in Calabria. Questo potrebbe significare far nascere nuove attività imprenditoriali dedicate alla valorizzazione, salvaguardia e tutela del territorio con competenze di lavoro più qualificate e professionalizzanti. Nella nostra bellissima regione abbiamo un patrimonio culturale materiale ed immateriale vastissimo, occorre costruire un’offerta culturale integrata che si trasformi in uno strumento per rilanciare il turismo e l’occupazione della regione”.

Pina Amarelli della Commissione nazionale Cultura di Confindustria racconta l’impegno del sistema, ma anche dei Musei e degli Archivi d’Impresa nel valorizzare il legame tra le aziende ed il territorio. “Da 18 anni Confindustria è in prima linea per diffondere cultura perché l’impresa è portatrice di un insieme di valori importanti per la società. In un momento difficile per il nostro Paese praticare inclusività e sostenibilità all’interno delle aziende è importante. Siamo giunti alla dicottesima edizione della Settimana nazionale della Cultura d’Impresa ed abbiamo messo in piedi un programma che racconta la storia e l'identità delle aziende, dal Nord al Sud del Paese e che testimonia i progressi che ha compiuto la società”.

I lavori, moderati dal Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda hanno registrato le relazioni della referente per lo strumento “Art Bonus” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Carolina Botti, che ha illustrato gli incentivi per i cittadini, fondazioni ed imprese nel sostenere il patrimonio culturale italiano, del professore Vincenzo Fortunato del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, e gli interventi del Prefetto di Cosenza Paola Galeone, del Professore Gino Mirocle Crisci del Polo di Innovazione Culturale per la Calabria, dell’editore Franco Alimena e del Presidente del Premio Sila 1949 Enzo Paolini.