“Ira” approda al sesto Lamezia International Film Festival

Catanzaro Tempo Libero

Dopo l’anteprima nazionale, martedì 1 ottobre, al Teatro Galleria Toledo di Napoli, e dopo le proiezioni del 4 e del 5 novembre, a Catania, a Bari, a Roma, a Rieti, ad Ancona, a Cagliari, a Poggibonsi, a Cesena, a Firenze, a Bologna, a Genova, a Milano, a Bergamo, a Verona, a Vicenza, a Padova e a Trieste, con cui ha avuto l’avvio ufficiale della distribuzione curata da Mescalitofilm, “Ira”, terzo lungometraggio del regista Mauro Russo Rouge sbarca alla sesta edizione del Lamezia International Film Festival.

Martedì 12 novembre, alle 22.30, il film sarà proiettato al Chiostro San Domenico, in piazza Ardito. La pellicola, che è un film indipendente realizzato con attori presi dalla strada, catapultati in un processo creativo poco ortodosso e sperimentale, è stata selezionata al 42° Denver Film Festival, al 36° Festival del Cine de Bogotà e al 17° Ravenna Nightmare Film Fest.

Racconta l’incontro di un ragazzo e una ragazza. Lui lavora ai mercati, lei invece è una prostituta di strada. Tra i due nasce una fortissima complicità. Sullo sfondo, una metropoli fatiscente e desolata. Nello sviluppo della storia, i due protagonisti crescono e si evolvono, portando a un finale assolutamente inaspettato che sancisce la loro libertà.

Coprodotto dalle associazioni ArtInMovimento e Systemout e distribuito da Mescalito Film, è stato realizzato senza l’ausilio di una sceneggiatura. “Mai scritto e tantomeno pensato. È nato per caso e non l’avrei mai finito se avessi dovuto gestire dei veri attori. Ringrazio Samuele Maritan e Silvia Cuccu, quest’ultima premiata come miglior attrice al Rieti e Sabina Film Festival 2018, per come si sono affidati, lasciandosi spiare dal di dentro e permettendomi di muovere non poche emozioni in loro”, afferma il regista Mauro Russo Rouge.

“Ritengo ci siano tutti gli ingredienti perché “Ira” ottenga il successo che merita. Contemporaneo, fresco, originale e soprattutto innovativo per il linguaggio che lo contraddistingue. Fotografa una realtà di periferia caratterizzata da regole ben precise, per i più immobili, ma che grazie alla forza dell’amore vengono ribaltate, in modo poco ortodosso, poiché comunque figlio di quei cliché, figlio di quella realtà underground”, conclude il locrese Annunziato Gentiluomo, produttore esecutivo del film.