Spaccio di droga in Toscana, misura cautelare per un calabrese

Calabria Cronaca

Due arresti e altrettante misure cautelari dell’obbligo di dimora. Questi provvedimenti eseguiti a Siena dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri nel corso di un’operazione antidroga svolta nelle provincia senese e ad Arezzo.

Le quattro persone, tre albanesi e un italiano originario della Calabria, sono considerate gli artefici di una rete di spaccio di cocaina nell’area della Val di Chiana e delle Crete Senesi e, saltuariamente, in Alto Adige.

Cinque le perquisizioni eseguite nei confronti dei destinatari delle misure cautelari e all’interno del night club di proprietà di uno degli arrestati.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Nicola Marini, è nata dalle investigazioni sull’omicidio di Andrea N’Doja, 21enne albanese, ucciso il 9 maggio 2018 da Giulio Sale, pastore di origine sarda condannato a 16 anni di carcere nel processo con rito abbreviato.

Dagli accertamenti è dunque emersa l’esistenza di un’organizzazione costituita da un gruppo di albanesi che, vicini alla vittima, si dedicavano allo spaccio di droga.

Le indagini dei carabinieri sono riuscite a fare luce sulle attività del gruppo tra settembre 2018 e marzo 2019. È quindi emerso che la droga, che arrivava da Perugia, veniva nascosta in barattoli sotterrati in aree boschive.

Situazione scoperta da un’intercettazione nella quale il presunto pusher lamentava la perdita di 20mila euro di stupefacente a causa di un cinghiale che aveva dissotterrato il barattolo contenente lo stupefacente, poi danneggiato.

I presunti spacciatori comunicavano tramite Whattsapp, Messenger e altri strumenti via chat usando parole in codice, come “aperitivo”, “prosecco”, “vino”, “caffè”, “merenda” e altri nomi del genere per indicare la cocaina.

Il gruppo, secondo quanto ricostruito, avrebbe smerciato ogni mese circa due chili di polvere bianca pura all’80/85%, facendola pagare mediamente tra gli 80 e i 100 euro al grammo.

Tra i clienti c’era anche chi poteva permettersi acquisti regolari per 800 o 1000 euro al mese senza difficoltà e chi doveva attendere l’arrivo dello stipendio per poter pagare, o chi doveva a sua volta spacciare per potersi finanziare.