Riconoscimento a Giuseppe Crea, figlio dell’eroe della seconda guerra mondiale

Crotone Attualità

È stato consegnato lo scorso 5 ottobre, nella Casa dell’Aviatore di Roma, nel circolo ufficiali dell’aeronautica, il riconoscimento a Giuseppe Crea, figlio di Claudio, eroe della seconda guerra mondiale. È stato quindi conferito un attestato di merito, dalla “Norman Academy”, alla presenza di tante illustre personalità, tra cui: la contessa Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (delegata della Real Casa Bagrationi Imereti di Georgia, vice presidente dell’associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea il Conte cavaliere di Gran Croce, Matteo Guido Giorgio Priori di Letino (Sindaco di Piadena Drizzona, esperto e dignitario di diversi ordini cavallereschi), il Presidente Norman Academy Giulio Tarro PhD MD, il Segretario Generale Vincenzo Cortese, il Generale Marchese Don Stefano Murace e il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti.

Il riconoscimento a Crea è stato consegnato dal gran cerimoniere Riccardo Giordani di Willemburg. Durante questo prestigioso evento Giuseppe Crea, ha consegnato a Guglielmo Frasca, presidente della Sezione Giustizia e Legalità, al Segretario Generale della Norman Academy Vincenzo Cortese e al Capo della Segreteria della Sezione della Giustizia e Legalità Luigi Zeppetella, il libro dedicato a suo padre Claudio, eroe melissese e crotonese. Crea, durante la consegna, ha messo in evidenza due episodi riportati nel libro: il primo con la foto di suo padre, in Albania, assieme a dei ragazzi con cui divideva il proprio rancio giornaliero e il secondo quando ha lanciato una mela a una donna polacca, nel campo di concentramento di fronte al luogo dove era rinchiuso.

Per questo gesto era stato condannato a morte, ma si salvò dalla condanna, perché era un bravo tecnico elettricista e serviva per la manutenzione delle fabbriche, tanto lo avrebbero ucciso a guerra finita. Ma per questo suo gesto, però, ha subito una grave punizione: la mattina seguente, davanti a tutti gli internati, gli aguzzini del campo di concentramento gli hanno tagliato, con un bisturi, l’unghia del dito medio della mano destra, poi estratto con una pinza, prima di essere condotto da due tedeschi al suo lavoro di manutenzione nelle fabbriche. Nonostante la sua punizione ha continuato ad aiutare, di nascosto, i suoi commilitoni rinchiusi.