Guccione (Regione): “malefatte sul Corap, chiediamo trasparenza e piano di risanamento”

Calabria Attualità

Crediamo che vada assunta una norma per la predisposizione e adozione di un Piano di risanamento e riequilibrio e di un Piano industriale per il Corap".

A riflettere in merito è Carlo Guccione che sostiene come “la Regione Calabria abbia il dovere di ripianare il debito prodotto nel corso della gestione commissariale mediante il già previsto e autorizzato stanziamento di tre milioni di euro annui per le annualità 2019-2020-2021, aumentandolo attraverso una apposita norma finanziaria inserita nel prossimo Bilancio di 10 milioni annui per le annualità 2020-2021-2022-2023 teso a ripianare i debiti del Corap”.

"Sull'ente occorre eseguire una operazione verità, perché è solo da questa che può scaturire una decisione ben ponderata, giusta, libera dai legittimi sospetti che hanno attraversato l’aula del Consiglio regionale - insiste Guccione. Sospetti che vertevano tutti in una medesima direzione: ovvero, che la norma presentata in aula, fuori sacco, altro non celasse che la volontà e l’interesse di mettere una pietra sopra alle malefatte della gestione targata Oliverio”.

“Fare luce sulle strane ed oscure commistioni – per il consigliere regionale è indispensabile - non siamo contrari per principio all’approvazione della norma proposta dall’attuale commissario Caldiero circa la procedura coattiva – dice ancora – ma non siamo convinti che si pervenga alla stessa determinazione cui sembrano essere pervenuti il dottor Caldiero e la Giunta; anche per le responsabilità che ricadrebbero sul Consiglio regionale al quale per anni è stata impedita qualsiasi discussione sull’argomento, nonostante le interrogazioni e gli ordini del giorno presentati. Tant’è che abbiamo predisposto un nostro provvedimento legislativo a salvaguardia delle funzioni e della missione del Corap e di tutti i dipendenti.”

Per capire che qualcosa non quadra secondo il consigliere “basterebbe prendere in mano il DPGR n.115 del 2016 a firma Oliverio. A quel decreto di nomina del terzo commissario del Corap e di definitiva costituzione dell’Ente sono allegati i dati contabili delle cinque ex ASI. Dati contabili, dunque, che non potevano essere ignorati dal firmatario di quello stesso Decreto e dai quali è facile evincere che le “malfamate Asi”, in epoca antecedente all’accorpamento, pur tra mille difficoltà molte delle quali, come abbiamo appena accennato, create proprio dalla Regione, producevano servizi e, conseguentemente, ricavi; addirittura chiudendo gli esercizi contabili in utile”.

In parole povere, l’attuale Governatore prima firma il decreto di definitiva costituzione del Corap ove sono riportate le situazioni contabili delle cinque Asi calabresi alla data del 31 dicembre 2015 che illustrano, come detto, risultati di bilancio positivi e subito dopo, dimenticando ciò che egli stesso aveva appena sottoscritto, comincia il suo battage pubblicitario sull’azione sanificante portata avanti dall’ente regionale. Sui motivi che hanno indotto il Governatore a maturare convincimenti in aperto contrasto con gli atti che egli stesso ha assunto, sarà la storia a spiegarcelo: certo è che – conclude - anche quella del Corap è una vicenda desolata, paradossale, fatta di piccoli e grandi intrighi, di sotterfugi, di furbizie e, come ho detto, di intrecci poco chiari”.