Inizia la scuola ma non per Ludovica: costretta a casa per l’assenza del sostegno

Cosenza Attualità

“La prima campanella del nuovo anno scolastico è suonata per tutti. Tranne che per Ludovica, una studentessa diversamente abile affetta da diparesi spastica distonica, con disabilità intellettiva di grado moderato e disturbo dirompente del comportamento iscritta. La ragazza al secondo anno del liceo linguistico di Corigliano – Rossano è priva di assistenza scolastica ed è stata costretta a rimanere a casa già al primo giorno di scuola”.

È la vicenda e l’appello che il responsabile dell’Unione per la Difesa dei Consumatori di Cosenza Ferruccio Colamaria ed il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci denunciano e rivolgono alla Provincia di Cosenza (ente preposto), cogliendo l’occasione per esprimere solidarietà alla famiglia della ragazza e a quanti viene letteralmente negato il diritto di vivere una vita normale.

“Siamo impegnati – aggiunge il Presidente Nesci – per far sì che non esistano barriere, che non esistano limiti per nessuno. Davanti ad una situazione simile non possiamo che interrogarci su quante difficoltà debba affrontare una ragazza come Ludovica ed a quante limitazioni debba sottostare. Non sono situazioni che riteniamo possibili – conclude Nesci – come Ludovica molti altri ragazzi stanno affrontando un inizio di anno scolastico diverso dal solito. Le istituzioni non si girino dall’altro lato e facciano subito qualcosa affinché questa tendenza negativa si possa invertire immediatamente.

Il paradosso che la giovane studentessa si è trovata a rivivere anche quest’anno – sottolinea Colamaria – è che nonostante la recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, né l’anno scorso, né quest’anno le sono stati garantiti i servizi che le spettano. E non si sa quando e se l’anno scolastico 2019-2020 sarà l’anno della svolta. Con la comprensibile delusione, sua e dei familiari, costretti, da una parte, a combattere quotidianamente contro l’inerzia, la disattenzione, lungaggini burocratiche e disservizi di vario genere; dall’altra, quella di dover scavalcare ogni volta muri invalicabili e vivere il disagio di non vedersi riconosciuti i diritti essenziali.”