Elezioni regionali: Ulixes scrive alla Commissione Parlamentare Antimafia

Calabria Politica

Sono ormai passati mesi da quando il Presidente della Commissione parlamentare antimafia, sen. Giuseppe Pisanu, ha denunciato la presenza di indegni, per violazione del Codice Etico della Commissione, nelle liste alle amministrative regionali del 2010. Ed altri mesi sono passati, dalle dichiarazioni del Vice Presidente della stessa Commissione, on. Fabio Granata, sul numero di indegni candidati ed eletti in Calabria sempre alle regionali del 2010: sarebbero, per l’alto rappresentante istituzionale, almeno 28 i candidati calabresi sospettati ed almeno 18 gli eletti che oggi ci rappresentano tra gli scranni di palazzo Campanella. – Lo scrive in una nota diffusa alla stampa l’Associazione Universitaria Calabrese Ulixes - Ebbene queste denunce istituzionali non ci hanno lasciato indifferenti ed abbiamo più volte sollecitato, sulla stampa o in incontri pubblici, la diffusione completa e totale di nomi e cognomi di soggetti che tutto dovrebbero fare tranne gestire pubbliche risorse. Per noi le istituzioni oltre agli annunci dovrebbero dare delle specifiche risposte.

Il tutto senza populismo, attenti - come è giusto che sia - alla presunzione di innocenza, senza però far finta di non sapere che spesso politici e amministratori aggregano "consenso malato" e che, proprio per questo motivo, e a maggior ragione in Calabria, agli stessi vada chiesto il rispetto di un preliminare requisito: quello della presentabilità! Purtroppo i nostri ripetuti inviti sono caduti nel vuoto. Così abbiamo deciso di inviare nelle settimane passate, ancora senza risposta, una formale richiesta conoscitiva alla Commissione Parlamentare antimafia nelle persone del Presidente, sen. Giuseppe Pisanu; dei Vice Presidenti, sen. Luigi De Sena e on. Fabio Granata; dei Segretari, sen. Gianpaolo Vallardi e on. Francantonio Genovese. Invitiamo tutti i cittadini calabresi a fare altrettanto chiedendo conto ai rappresentanti istituzionali di ciò che hanno detto. Chiedendo e firmando con il proprio nome e cognome di calabresi onesti, i nomi ed i cognomi degli indegni che ci rappresentano e che ci offendono con il loro comportamento. Il permanere di una simile situazione di dubbio e sospetto è non solo incompatibile con i più basilari principi di uno Stato di diritto, ma anche legittimamente percepito come profondamente ingiusto. E’ assurdo vivere con la consapevolezza che esiste qualcosa di assolutamente negativo senza poter circoscrivere il problema e risolverlo. Il tutto anche alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto, come in un film già visto, il Consiglio Regionale della Calabria e nello specifico il consigliere regionale Santi Zappalà arrestato perché pericolosamente vicino alla ‘ndrangheta. Inoltre – aggiunge l’Associazione - che i sospetti sul Consiglio Regionale della Calabria rischiano di ripercuotesi anche su tutte le istituzioni elettive regionali dopo la recente approvazione trasversale della Legge regionale del 29 dicembre 2010 n. 34. Questa leggina, approvata come spesso accade in piene vacanze natalizie, nonostante il titolo «Programma di interventi per il contrasto alla ‘ndrangheta» prevede all’articolo 46 che «anche in deroga a quanto previsto dall’articolo 4 L. 154/81 e dell’articolo 65 D.lgs. 267/00 le cariche di presidente e assessore della giunta provinciale e di sindaco e assessore dei comuni compresi nel territorio della Regione sono compatibili con la carica di consigliere regionale». Ovvero, come denunciato dalla stampa nazionale, sarà possibile essere contemporaneamente sindaci o assessori perfino di città grandi e contemporaneamente consiglieri regionali. Se le dichiarazioni degli esponenti della Commissione antimafia fossero fondate, enormi sarebbero i dubbi sulle prossime competizioni amministrative. Dovrebbe essere una necessità primaria del mondo della politica onesto lavarsi di dosso il peso di tali generali ed infamanti accuse. E’ un diritto di tutti i cittadini calabresi chiedere una buona amministrazione e pretendere che le istituzioni della Repubblica si assumano con coraggio le proprie responsabilità fino in fondo.