Una vita spesa per Badolato, Imelda Bonato la racconta in un film

Catanzaro Tempo Libero
E mentre a Venezia il grande regista spagnolo Pedro Almodòvar riceveva il premio alla carriera alla 76ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ieri sera Imelda Bonato, riceveva dai suoi badolatesi una grande dimostrazione di stima ed amoroso affetto che vale un gran premio alla carriera filmica fatta di tanta e solidale vicinanza alle periferie, alle persone e alle genti tenute immeritatamente ai margini di un mondo ingiusto, godurioso, egoista e dimentico dei grandi valori etico-sociali.

“Ogni suo fotogramma è una delicata carezza all’Umanità” - ha scritto un critico cinematografico che ha valutato tutta l’opera filmica di Imelda Bonato. E Pietro Melìa (ex giornalista Rai e adesso presidente della Proloco di Soverato), presentatore ufficiale della serata di ieri, confermando tale concetto-base, si è soffermato ad evidenziare la saldatura tra arte descrittiva e vita eticamente vissuta dalla regista di Noventa Vicentina città dove la locale Amministrazione comunale ha intenzione di valorizzare l’opera ed il significato esistenziale della Bonato con una serie di iniziative, tra cui una rassegna dei lavori cinematografici, in collaborazione con l’Università degli Adulti e degli Anziani ed altre associazioni culturali del territorio.

Le eloquenti foto di Antonio Rudi, di Antonio Gallelli, Vincenzo e Totò Femia dimostrano una piazza gremita di persone di ogni età (ma con posto di onore alle anziane del paese), le quali, alla fine della proiezione hanno lungamente applaudito ed acclamato la Bonato, con una interminabile ovazione, tanti abbracci e strette di mano, esprimendo compiacimento e riconoscenza per aver dato al popolo di Badolato un così prezioso documento storico video-sonoro, una intensa carta d’identità quali altri paesi non hanno ancora. Infatti, il film ci offre non soltanto una precisa testimonianza di persone e personaggi del borgo nella loro vita quotidiana, nelle case e nelle campagne, ma anche una documentazione del dialetto e delle musiche popolari che potranno forse inevitabilmente, in futuro, affievolirsi o addirittura sparire.

A margine dell’evento e cosa assai significativa, è doveroso evidenziare che tale film “Badolato amata terra mia tra cielo e mare” (durata un’ora e 6 minuti) è stato autoprodotto, nel senso che la stessa regista Imelda Bonato si è autofinanziata e ciò le ha permesso di essere completamente libera di scegliere tematiche e immagini per descrivere un borgo-prototipo nelle antiche lotte sociali e contro l’odierno spopolamento.

Alla presenza del sindaco Gerardo Mannello, del filosofo Salvatore Mongiardo, le molte centinaia di spettatori presenti, pure in ideale rappresentanza dei badolatesi e dei calabresi della diapora, hanno applaudito la proposta di dare la “cittadinanza onoraria” alla regista Imelda Bonato, la quale se l’è guadagnata sul campo come nessun’altra persona, finora. Speriamo, come cronisti, di poter raccontare la futura cerimonia di investitura per questa neo-badolatese, la quale, con il suo occhio esterno, ha saputo cogliere quella Badolato che, nel bene e nel male, continua a significare come “anima del mondo”.