Memorial Marco Fiume, chiudono l’edizione sei concerti blues di altissimo livello

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Una tre giorni in cui il Blues è stato il protagonista indiscusso, una tre giorni che ha visto susseguirsi, sul palco del “Calabria Blues Passion”, tenutosi all’Anfiteatro “Rino Gaetano” sul lungomare di Rossano, sei concerti di altissimo livello, eseguiti da alcuni dei maggiori esponenti del genere.

E che questo appuntamento sia una realtà indiscussa nel panorama della musica afroamericana, è testimoniato dai grandi artisti che in diciassette edizioni hanno calcato il palco del “Memorial Marco Fiume”, da Junior Watson a Kid Ramos, da Alex Schultz a Janiva Magness, da Diunna Greenleaf a Duke Robillard, da Michael "Iron-Man" Burks a Ronnie Baker Brooks, solo per citarne alcuni. Ha presentato le tre serate la giornalista Anna Minnicelli, illustrando con competenza le singole realtà musicali dei vari gruppi.

La direttrice del festival e presidente dell’associazione Musicale Marco Fiume, Maria Giulia Sorrentino, tira le fila di questa ennesima edizione: “è stata organizzata con enormi sacrifici, ma pur sempre con musicisti di altissimo livello. Una diciassettesima edizione di grande successo, specialmente per quello straordinario effetto emotivo ed adrenalinico che ancora una volta hanno saputo offrirci tutti gli artisti intervenuti, alcuni dei quali sono stati amici di Marco e sono ritornati per rendergli omaggio ancora una volta”.

Venerdì 19 abbiamo ascoltato le note più strong dell’America del Blues con varie sfumature dal Chicago al Jump Blues, grazie ai Blue Own, seguiti da tutta l’energia e dall’estro musicale del Marco Pandolfi Trio w/Umberto Porcaro. Blues-man di altissimo livello, hanno tenuto alto il nome dell’Italia in molte manifestazioni internazionali. E Marco Pandolfi, amico di Marco, lo ha ricordato suonando note struggenti e potenti dal Delta al Country Blues. Il suo trio, insieme ad Umberto Porcaro, è riuscito ad esprimere, in virtù di una formula strumentale particolare, un messaggio altamente poetico, in grado di colpire nel profondo dell’anima, emozionando così la platea.

Sabato 20, Tito Esposito e la sua chitarra slide con Andrea Di Cintio alla batteria, hanno trasportato il pubblico in un viaggio introspettivo e intenso dove il Blues si mescola ad altri sound creando un ensemble di sfumature che spaziano dal funk al reggae, e la voce di Esposito diventa lo strumento che lega indissolubilmente la ritmica della batteria alle sonorità della sua slide, rendendo l’ascolto della musica del duo un’incredibile esperienza, un viaggio musicale che arriva a fare vibrare le note più interne dell’anima. Hanno concluso la seconda serata Lorenzo Cannelli Foster Family con il loro sound vivace, prevalentemente Soul, che fonde il blues e il rock, con contaminazioni derivanti da tutta la Black music, dagli anni ’50 ai giorni nostri.

La serata conclusiva della Domenica 21, ha visto l’energia tutta made in Usa di Blair Crimmins & The Hookers, la band che sta scalando rapidamente le classifiche delle maggiori emittenti blues degli States e che nel giro di pochissimo tempo ha intrapreso tours che contano all’attivo già più di 500 date. La formazione, che è alla sua seconda esperienza italiana, ha però nuovamente preferito concentrare le date in Calabria, sigillando il legame tra il blues che conta ed il Memorial Marco Fiume. Il caldo Blues della Georgia, il sound passionale, ruggente e il banjo del polistrumentista Crimmins, hanno infiammato la platea, trascinando il numeroso pubblico presente a cantare insieme a loro con i ritmi del gran finale e dei bis richiesti a gran voce, regalando così ai presenti uno spettacolo davvero entusiasmante fatto di condivisione ed energia allo stato puro, caratteristici del blues e della personalità artistica e poliedrica di Blair Crimmins.

La stessa energia positiva e dirompente che è stata la nota costante di questa XVII Edizione, ha risuonato anche attraverso il gruppo dei Mandolin Blues, il cui leader, Lino Muoio, considerato tra i più rappresentativi musicisti della scena blues italiana, ha intrapreso un progetto sperimentale di dialogo tra mandolino e pianoforte; uno stile vintage con richiami alle sonorità e alle atmosfere degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Un progetto unico ed innovativo, con composizioni originali, che vede la partecipazione del grande Mario Donatone, uno dei più grandi bluesman italiani, pianista e voce inconfondibile, rendendo questo progetto uno dei più applauditi in tutta Europa. In definitiva, uno show degno delle più grandi chiusure per un Festival che sta dettando i tempi della musica Blues in Calabria e nel meridione.

“È sempre difficile – conclude la direttrice del Festival, Maria Giulia Sorrentino – organizzare e promuovere un evento così importante, che porta lustro ad una città e ad un territorio come la Sibaritide. Ma lo facciamo con tanto entusiasmo, nonostante le difficoltà che ogni anno aumentano esponenzialmente, e soprattutto rispettando quello che era il sogno di Marco: diventare ambasciatore di una musica così bella, così struggente, così viva nel cuore di una terra difficile come la Calabria ma che ha imparato ad innamorarsi di questo sound”.