‘Ndrangheta: estorsione e usura, boss Mancuso resta in carcere. Rischio “inquinamento”

Vibo Valentia Cronaca

Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Giulio De Gregorio, non ha convalidato - per mancanza del pericolo di fuga - il fermo di indiziato della Dda di Catanzaro nei confronti del boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso, 81 anni, che resta però ugualmente in carcere in quanto il giudice ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare.

Stesso provvedimento anche per il nipote Alfonso Cicerone, 45 anni, di Nicotera, pure lui accusato di estorsione ed usura, aggravati dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore del luogo.

Il giudice ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza e la possibilità di un inquinamento delle prove se rimessi in libertà.

Entrambi erano stati arrestati giovedì scorso dai carabinieri di Tropea, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro con l’accusa di aver vessato l’imprenditore del vibonese per otto anni (LEGGI).