Nell’università s’entrava non per meriti ma per “favori” tra concorsi “truccati” e “codice sommerso”

Catanzaro Cronaca

Un sistema che gli inquirenti non hanno remore a definire “delinquenziale” e non circoscritto solo all’ateneo di Catania, da cui stamani è partita l’operazione denominata Università Bandita” (LEGGI).

L’inchiesta infatti coinvolge diversi atenei di tutta Italia, per la Calabria anche quello di Catanzaro. La tesi è che i docenti coinvolti, nel momento in cui erano stati selezionati per fare parte delle commissioni esaminatrici dei concorsi per professore ordinario, associato e per ricercatore si sarebbero sempre preoccupati di non interferire sulla scelta del futuro vincitore, compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole.

C’è questo dunque nelle carte del Gip che stamani ha indagato appunto i vertici dell’università siciliana (tra cui l’attuale e l’ex rettore oltre ad altri 9 docenti) (LEGGI) e in totale una quarantina di professori di diversi atenei (Bologna, Cagliari, Catania, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia, Verona e Catanzaro).

Gli inquirenti sostengono che esistesse un vero e proprio codice di comportamento “sommersonell’ambito universitario e secondo il quale, appunto, gli esiti dei concorsi dovessero essere predeterminati dai docenti interessati, senza lasciare alcuno spazio a selezioni meritocratiche. Ma anche nessun ricorso amministrativo avrebbe potuto essere presentato contro le decisioni degli organi statutari.

Regole del “codice” che avrebbero avuto addirittura un preciso apparato sanzionatorio con le eventuali violazioni punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.

Gli investigatori, insomma, parlano di una estrema pericolosità e di una piena consapevolezza delle gravi illiceità che fossero compiute dal gruppo (che si ritiene capeggiato dal Rettore dell’Università catanese e dal suo predecessore) spinto da finalità diverse dalla buona amministrazione e volto, al contrario, alla tutela degli interessi di pochi privilegiati che ne condividessero le condotte.

Emergerebbero infatti raccomandazioni dei coinvolti a “non parlare” telefonicamente, o la volontà di effettuare delle preventive “bonifiche degli Uffici pubblici per ridurre il rischio di indagini e accertamenti nei loro confronti.

In conclusione, l’operazione, condotta dalla Digos della Polizia di Catania, ha consentito di accertare l’esistenza di ben 27 concorsi ritenuti truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato e 6 per ricercatore.

Tutti “alterati”, nel conferimento degli assegni, delle borse e dei dottorati di ricerca; per l’assunzione del personale tecnico-amministrativo; e per la composizione degli organi statutari dell’Ateneo (Consiglio d’Amministrazione, Nucleo di Valutazione, Collegio di Disciplina);

L’operazione è stata condotta su delega della Procura Distrettuale della Repubblica del capoluogo siciliano. L’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico è a firma del Gip del Tribunale locale e ed è a carico di alcuni docenti della locale Università, tutti ritenuti responsabili di associazione a delinquere e, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio e truffa aggravata.

TUTTI GLI INDAGATI

Enzo D’Agata, Stefano De Francisci (UniCz, Calabria), Salvatore Cesare Amato (Unict), Massimo Antonelli (UniRoma), Marinella Astuto (Unict), Pietro Baglioni (UniFirenze), Laura Ballerini (Sissa Trieste), Antonio Barone (Unict), Giuseppe Barone (Unict), Francesco Basile (rettore Unict), Alberto Bianchi (Unict), Antonio Giuseppe Biondi (Unict).

Paolo Cavallari (UniMilano), Michela Maria Bernadette Cavallaro (UniCt), Giovanna Gigliano (UniNapoli), Umberto Cillo (UniPd), Giorgio Conti (La Cattolica Roma), Agostino Cortesi (UniVe), Velia Maria D’Agata (Unict), Enzo D’Agata, Stefano De Francisci (UniCz), Francesco Saverio De Ponte (UniMessina), Santo Di Nuovo (Unict), Francesco Di Raimondo (Unict).

Marcello Angelo Alfredo Donati (Unict), Filippo Drago (Unict), Alessia Facineroso (Unict), Santi Fedele (UniMessina), Enrico Foti (Unict), Giovanni Gallo (Unict), Anna Garozzo (Unict), Eugenio Gaudio (UniRoma La Sapienza), Maria Giordano (Unict), Sebastiano Angelo Granata (Unict), Salvatore Giovanni Gruttadauria (Unict), Calogero Guccio (Unict)

Alfredo Guglielmi (UniVr), Giuseppina La Vecchia (UniChieti-Pescara), Giampiero Leanza (Unict), Massimo Libra (Unict), Giancarlo Magnano di San Lio (Prorettore Unict), Luigi Vincenzo Mancini (UniRoma La Sapienza), Claudio Marchetti (UniBologna), Massimo Mattei (UniRomaTre), Paolo Mazzoleni (Unict), Carmelo Giovanni Monaco (Unict)

Maura Monduzzi (UniCagliari), Marco Montorsi (Rettore Humanitas Rozzano), Giuseppe Mulone (Unict), Paolo Navalesi (UniCz), Matteo Giovanni Negro (Unict), Ferdinando Nicoletti (Unict), Karl Jurgen Oldhafer (Barmbek Asklepios Hospital Amburgo), Giuseppe Pappalardo (Unict), Pietro Pavone (Unict), Roberto Pennisi (Unict)

Vincenzo Perciavalle (Unict), Giacomo Pignataro (Già rettore Unict), Giovanni Puglisi (Unict), Stefano Giovanni Puleo (Unict), Maria Alessandra Ragusa (Unict), Antonino Recca (già rettore Unict), Romilda Rizzo (Unict), Salvatore Saccone (Unict), Giovanna Schillaci (Unict), Giuseppe Sessa (Unict), Luca Vanella (Unict) e Giuseppe Vecchio (Unict).