“Eterovestizione”: sede in Olanda e affari in Italia, scatta la maxi evasione da oltre 21milioni

Reggio Calabria Cronaca

Tecnicamente viene definita “eterovestizione”, ovvero società apparentemente - e formalmente - con una sede all’estero così da poter usufruire di un regime fiscale più vantaggioso, ma che in realtà poi svolgono prevalentemente la loro attività commerciale in Italia.

Sarebbe questo il caso di una impresa della locride che commercia all’ingrosso fiori, e la cui sede legale, appunto, era dichiarata in Olanda ma che di fatto sarebbe stata attiva ed amministrata tra i confini nazionali.

Un “sistema” che avrebbe consentito di mettere in atto una presunta maxi evasione fiscale quantificata in oltre un paio di decine di milioni di euro.

Stamani, infatti, la Guardia di Finanza di Locri, al termine di una complessa ispezione cosiddetta “trasversale”, ha così segnalato l’attività all’Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione di esattamente oltre 21 milioni di euro di imponibile e altri due di IVA dovuta.

Contestualmente ha denunciato alla Procura della Repubblica della cittadina reggina due persone, amministratori di diritto e di fatto, ritenuti responsabili di aver evaso le imposte.

Il tutto parte da un controllo eseguito nei confronti di un cittadino Sidernese, residente in Olanda e iscritto all’Aire, titolare di una ditta individuale che opera in Calabria come procacciatore d’affari per conto di altre imprese sempre nel settore dei fiori.

Il soggetto, sebbene nel 2011 avesse spostato la sua residenza nei paesi bassi, avrebbe continuato comunque a mantenere i suoi interessi in Italia, gestendo delle imprese commerciali, stipulando contratti da procacciatore d’affari e aprendo conti correnti in banche italiane, tra l’altro interessati da numerosissime operazioni allo sportello.

Le indagini finanziarie avviate dalle fiamme gialle nei confronti di quest’ultimi avrebbero messo in evidenza, tra l’altro, l’esistenza nel nostro paese di un conto corrente acceso a favore della società estera e sul quale sarebbero transitate le operazioni finanziarie effettuate dall’indagato.

Approfondendo i controlli attraverso le banche dati i militari hanno così scoperto come l’uomo risultasse amministratore della società estera, con una compagine sociale riconducibile al fratello residente invece in una provincia laziale.

Sulla base della documentazione contabile acquisita attraverso i clienti italiani della società formalmente olandese e il tutto rinforzato anche dalle dichiarazioni rese dagli stessi, si sarebbe così rilevata l’effettiva operatività in Italia dell’azienda.

Gli amministratori di diritto e di fatto, domiciliati e residenti sul territorio nazionale, secondo gli investigatori, insomma, si sarebbero avvalsi di una capillare rete di vendita presente in Italia, e definiti dai clienti agenti di zona, mentre in Olanda non sarebbe stata svolta nessuna effettiva attività di amministrazione e gestione: lì sarebbe stato solo presente un ufficio nel mercato dei fiori e che riceveva gli ordini.

Per i finanzieri, poi, l’aspetto ancora più grave della vicenda, sarebbe il fatto che solo alcuni clienti della società avrebbero assolto gli obblighi fiscali richiesti per gli acquisti intracomunitari, mentre la stragrande maggioranza si sarebbero rilevati degli evasori totali, ossia sconosciuti al fisco, creando un danno milionario alle casse dell’Erario.

Per quest’ultimi sono statti attivati i Reparti specifici del Corpo che si preoccuperanno di valutare eventuali violazioni della normativa fiscale.