Querelle Sindacati-Pugliese. La Prossima “bacchetta” il sindaco e porge la mano alle Sigle

Crotone Politica
Ugo Pugliese

“Se le forze sindacali, e non abbiamo dubbi sulla veridicità delle loro affermazioni, richiedono da tempo un confronto con l’amministrazione, il sindaco non può essere sordo a tale richiesta e deve adempiere al proprio dovere aprendosi al dialogo e al confronto”.

Porge la mano La Prossima Crotone a Cgil, Cisl e Uil in settimana scorsa protagoniste di un deflagrante j’accuse nei confronti dell’amministrazione Pugliese, rea tra l’altro e a dire delle Sigle di inconsistenza e mancanza di confronto con gli agenti sociali del territorio (LEGGI).

A leggere queste righe, però, La Prossima, che lo ricordiamo è coalizione di maggioranza al governo cittadino di cui il sindaco è espressione, tecnicamente e sebbene in calce, pare proprio letteralmente bacchettare il suo primo cittadino invitandolo, evidentemente, a iniziare un dialogo con le triplice e dunque ammettendo una mancata e precedente interlocuzione.

La coalizione di casa Sculco - la referente principale ne è la figlia Flora, Consigliere regionale - si dice dunque pronta “in tutte le sue versioni istituzionali, politiche e rappresentative” a riprendere il dialogo e il confronto con le rappresentanze del mondo del lavoro e dell’impresa” paventando un “successo” che sarebbe “a portata di mano” ma che per essere raggiunto imporrebbe di “riprendere a camminare tutti nella stessa direzione”.

Non esita la segreteria politica, comunque, a difendere quanto assertitamente sia stato fatto negli ultimi tre anni di governo, sciorinando i consueti risultati della Bonifica, dell’ultimo inserimento di 35 unità lavorative nel Comune pitagorico, la storica, obsoleta e ritrita definizione delle vasche di laminazione del torrente Tuvolo, e così via.

Tutte cose che a detta della Prossima Crotone dovrebbero rendere le critiche mosse dalle tre Sigle “esagerate e … anche sbagliate nel momento”.

E non ci sta la coalizione sculchiana nemmeno ad assumersi la colpa di una “situazione occupazionale ed economica” praticamente catatonica nella città pitagorica, vantando il fatto che un Comune “può creare le condizioni per uno sviluppo di certo non determinarlo”. Creare le condizioni, appunto!