Associazioni per l’infanzia: “morti neonatali in aumento, migliorare assistenza per gestanti e partorienti”

Cosenza Salute

Sui recenti casi di morte neonatale si esprimono Monica Zinno - Associazione Infanzia e Adolescenza G. Rodari insieme a Francesca De Simone - Mamme dell'Alto Ionio Cosentino a sostegno della buona nascita ritenendoli “non frutto del caso ma espressione e conseguenza della inadeguatezza del sistema sanitario regionale. Le donne calabresi chiedono strutture più rispettose del percorso nascita e di essere protagoniste rispetto alla gestione del proprio parto”.

“Invece troppo spesso ogni donna deve fare i conti con la frettolosità, la standardizzazione vivendo una serie di imposizioni - incalza la nota - che vanno dai farmaci somministrati alle manovre non consentite e abusate. La Regione Calabria ha imposto la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno. La chiusura dei punti nascita ha concentrato tutto negli ospedali senza un aumento però dei posti letto e del personale facendo venire meno i bisogni delle donne. Oggi non possiamo più sperare nei consultori che sono stati ridotti a zero”.

“La Calabria continua a mantenere un alto tasso di mortalità. Abbiamo creato dei “partifici” - - spiegano Zinno e De Simone - dove al centro di tutta questa medicalizzazione non c’è più la donna, ma tutta un’organizzazione di tipo economico. Il Piano di rientro ha fatto tutto tranne che umanizzare il parto visto anche lo scarso numero di medici e di personale sanitario. Dagli ultimi dati (rapporto Osservatorio Salute) si evidenzia che per ottenere nuovi miglioramenti nella sopravvivenza infantile si dovrà puntare a ridurre le morti endogene e, in particolare, a migliorare l’efficienza nella gestione della gravidanza e nell’assistenza al parto”.

“Il vero dato inquietante che emerge da questo studio però è che molte di queste morti sono legate a condizioni evitabili, dovute alla qualità della cura offerta o a fattori legati allo stile di vita. Dunque, morti che con l’adeguata informazione potrebbero essere evitate”.