‘Ndrangheta, operazione Ares: nuovo arresto per Nasso che torna in carcere

Reggio Calabria Cronaca

La scorsa notte i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato Giuseppe Nasso, 40enne di Rosarno, ripristinando la misura cautelare che era stata emessa nei suoi confronti nell’ambito dell’indagine Ares.

Il provvedimento è scaturito da una nuova pronuncia del Tribunale del Riesame, che ha ravvisato gli estremi richiesti dalla norma per ripristinare la detenzione.

Nasso, come dicevamo, era rimasto coinvolto nelle indagini concernenti l’operazione Ares, nell’ambito della quale sono state arrestare 45 persone ritenute appartenere a due diverse articolazioni territoriali della ‘ndrangheta rosarnese (LEGGI QUI).

L'uomo, in particolare, era risultato essere inserito nel sodalizio, a favore del avrebbe posto il proprio patrimonio, ritenuto detenuto illecitamente, in maniera “strumentale”, per consentire la realizzazione del programma della cosca.

L’operazione, che ha comportato un’imponente manovra investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica reggina, diretta da Giovanni Bombardieri, avrebbe permesso, infatti, di disarticolare due tra le più temibili cosche attive nella Piana di Gioia Tauro.

Le indagini - condotte dal Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018 sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Adriana Sciglio - avrebbero portato ad individuare due clan, quello dei “Cacciola-Grasso” e quello dei soli “Cacciola”, contrapposte tra loro, radicate nella Piana e riconducibili alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia reggina.

In questo contesto, lo scorso 11 marzo, allo stesso Nasso sono stati sequestrati un milione di euro; tre polizze assicurative; l’impresa individuale Fercolor, comprensiva di tutto il compendio aziendale; un immobile, costituito da unità alloggiative, commerciali e pertinenze; tutti i conti correnti riconducibili a lui ed ai suoi familiari. Il tutto per un valore complessivo che supera i 3,5 milioni di euro.

L’arrestato è stato associato presso il carcere di Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria.