Nicolò (FdI): “grave sospensione assistenza domiciliare sanitaria per mancanza fondi”

Reggio Calabria Salute
Alessandro Nicolò

L’assistenza sanitaria domiciliare – continua Nicolò - è parte integrante dei livelli essenziali di assistenza e come tale ha precedenza assoluta tra le scelte prioritarie di intervento per i cittadini in particolare condizione di sofferenza”.

Tuona con sconcerto la nota del consigliere regionale Alessandro Nicolò dopo aver appreso che “alcune strutture di servizio sociale operanti nel settore delle cure sanitarie a domicilio hanno interrotto i servizi per la mancata corresponsione degli emolumenti dal gennaio di quest’anno, per responsabilità della Giunta regionale e del commissariamento”.

“Tutto ciò, però, è diventato improvvisamente lettera morta, con quel che ne consegue per la condizione di decine di pazienti allettati e nonostante la comunicazione autorizzativa del commissario facente funzioni Mesiti, con cui si autorizzavano le strutture accreditate a proseguire il servizio nelle more dei tempi burocratici per l’accreditamento delle somme alle associazioni – spiega ancora. Va da sé che l’avvicendamento continuo delle figure apicali deputate alla gestione dell’Asp di Reggio Calabria, ha ulteriormente disorientato il corso delle cose e nulla finora è stato deciso dai nuovi Commissari per attivare le procedure di liquidazione delle somme spettanti alle associazioni”.

“Il risultato, reso negativo dalle responsabilità politico-amministrative della Giunta Oliverio, è che numerosi utenti reggini delle strutture – anziani non autosufficienti, malati oncologici, persone giovani colpite da patologie neurologiche degenerative, quasi tremila pazienti – non stanno più ricevendo l’assistenza di cui hanno diritto. Da qui – afferma l’esponente di FdI – l’urgente necessità di affrontare con risolutezza la questione, coprendo intanto con un apposito provvedimento il debito con le associazioni del terzo settore interessate, e ristabilendo un criterio di erogazione delle somme spettanti a tali associazioni ed agli operatori, tutti ad alta qualificazione, per cancellare una forma di precarietà davvero odiosa, anche perché – conclude Nicolò - riverbera negativamente sulle condizioni di vita di essere umani in stato di sofferenza e delle loro famiglie, altrimenti destinati ad assistere impotenti al peggiorare delle loro condizioni di salute, un fardello di responsabilità non facile per nessuno da sopportare”.