Ugl: “calabresi stanchi delle magre figure collezionate tra inchieste e malapolitica”

Calabria Attualità
Ornella Cuzzupi

“La situazione in Calabria è diventata insostenibile. L’ultima inchiesta giudiziaria che ha coinvolto i vertici della politica regionale con forza la necessità di affrontare la questione morale”. Ad affermarlo è il Segretario Generale della Ugl Calabria Ornella Cuzzupi.

“I calabresi sono stufi di dovere continuare a collezionare soltanto magre figure davanti a tutta l’Italia – dice ancora Ornella Cuzzupi –non soltanto siamo ultimi per servizi e qualità della vita, per assistenza sanitaria e livelli occupazionali, ma abbiamo anche cucita addosso l’immagine della disonestà”.

“Certamente – dice ancora il segretario generale dell’Ugl – sarà la Magistratura a vagliare le eventuali responsabilità, ma quest’ultimo caso non può lasciare indifferenti: serve un modo nuovo di amministrare la cosa pubblica e, soprattutto, una nuova classe dirigente. Serve anche che la Magistratura arrivi presto ad accertare responsabilità senza lasciare nel limbo gli indagati, ma di certo i cittadini non meritano di venire ridicolizzati in questo modo. Anche da una stampa che mira più alla spettacolarizzazione degli eventi che alla loro narrazione neutrale. Serve soprattutto – afferma ancora Ornella Cuzzupi – l’avvio di un dibattito pubblico tra tutti i soggetti istituzionali, i partiti e le associazioni per capire se in Calabria esistono o meno i margini per potere amministrare gli Enti Pubblici attraverso i consueti istituti della democrazia”.

“A volte la sensazione è che sia impossibile per le Amministrazioni, di qualunque colore siano, rimanere immuni da condizionamenti e infiltrazioni. Ed evidentemente l’azione repressiva delle Procure non basta perché i fenomeni si ripresentano puntualmente e uguali a sé stessi e con ogni tipo di maggioranza”.

“Serve uno scatto in avanti dei calabresi stessi – conclude il segretario Ugl - che devono riprendere in mano il proprio destino ed essere autori di una rivoluzione che, prima di ogni altra cosa, deve essere culturale e di approccio. Unico punto di partenza per la costruzione di una classe dirigente nuova e finalmente in grado di rappresentare degnamente i calabresi onesti e lavoratori che, nonostante le apparenze, continuano ad essere la stragrande maggioranza”.

“Calabresi che non vogliono più avere in Consiglio regionale rappresentanti che, senza distinzione di colore politico, mirano soltanto a salvare stipendi, vitalizi e poltrone come dimostrato negli ultimi decenni e da ultimo con la bocciatura della legge introduttiva della doppia preferenza di genere” – ha concluso.