Furto di gioielli in un’oreficeria di Melicucco: indagine “social” smaschera ladre con l’autista

Reggio Calabria Cronaca

Un viaggetto” dalla Campania alla Calabria, con l’auto in fitto e l’autista personale, non per svago ma per mettere a segno un furto di gioielli.

È questo ciò che due donne campane, residenti nella zona del Cilento, C.B., 49 anni, e M.F., 26, assistite da M.A., 40 anni, sono riuscite a portare a termine nel corso di una veloce “trasferta” nella cittadina reggina di Melicucco.

Le due donne, arrivate nel comune reggino, sono entrate nella gioielleria “MP gioielli di Mazzotta Bruno”, e dopo aver distratto il titolare sono riuscite a rubare alcuni gioielli, per un valore di 2 mila euro, e ad uscire dall’esercizio commerciale per poi darsi alla fuga con l’auto guidata da M.A., che era rimasto all’esterno del negozio con il ruolo di “palo”.

LE INDAGINI

I tre ladri credevano di averla fatta franca ma la denuncia del gioielliere, accortosi del furto, ha fatto partire subito un’efficace attività di indagine da parte degli uomini della Sezione Investigativa del Commissariato di Polizia di Polistena.

Grazie all’esame delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della gioielleria, e degli altri esercizi commerciali insistenti nella stessa strada, gli agenti hanno identificato i volti delle donne che avevano perpetrato il furto e l’auto utilizzata per la fuga, una Lancia Delta con targa bulgara che è risultata noleggiata presso una ditta di Agropoli (nel Salernitano), da un “cliente abituale”.

LA SERIE DI FURTI

Il “modus operandi” ha innescato negli inquirenti una serie di sospetti che li ha portati a scoprire diversi altri furti commessi a distanza di poco tempo e non lontano da quello effettuato a Melicucco, con lo stesso piano delittuoso.

LA SVOLTA GRAZIE AI SOCIAL NETWORK

La svolta è però arrivata grazie ad un’attenta analisi sui social network che ha permesso alla polizia di confrontare i volti di due delle potenziali autrici del furto, ma anche un evidente rapporto di amicizia tra le stesse e la relazione sentimentale tra una di loro e l’uomo che aveva noleggiato la Lancia Delta.

A conferma di ciò, gli agenti hanno scoperto che i telefoni dei tre, nel giorno del furto, agganciavano le celle telefoniche ubicate nei pressi di Melicucco.

Vista l’evidenza dei fatti, la Procura della Repubblica di Palmi, guidata dal Procuratore Ottavio Sferlazza, ha richiesto la misura cautelare al GIP, Dioniso Pantano che, concordando sulla valenza del quadro accusatorio, ha disposto la misura dell’obbligo di dimora nei confronti dei tre soggetti, eseguita il 20 aprile dalla Squadra Mobile di Salerno, su delega del Commissariato reggino.