‘Ndrangheta: da Rosarno a Madrid per sfuggire a cattura, latitante torna in Italia

Reggio Calabria Cronaca

È arrivato questa mattina all’aeroporto di Roma Fiumicino il latitante rosarnese Giuseppe Di Marte, 31 anni, arrestato lo scorso 6 marzo a Madrid (LEGGI), dopo 8 mesi alla macchia trascorsi tra l’Italia ed il paese iberico.

Di Marte dunque torna nel suo Paese al termine delle procedure di estradizione avviate dalla Spagna.

L’arresto, eseguito contestualmente a quello di Rosario Grasso, 37 anni, ritenuto esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta dei Cacciola-Grasso di Rosarno, è giunto a conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, i cui esiti sono stati riversati alla Polizia Nazionale spagnola, che ha localizzato ed arresto in Spagna i due ricercati.

Alla cattura dei fuggiaschi si è arrivati grazie ad una pressante attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica della città dello Stretto, diretta Giovanni Bombardieri, avviata all’indomani dell’operazione “Ares”, che il 9 luglio del 2018 ha permesso di disarticolare due tra le più temibili articolazioni della ‘ndrangheta attive nella Piana di Gioia Tauro (LEGGI).

L’indagine, condotta dal Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018, sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Adriana Sciglio, ha infatti permesso di individuare per la prima volta due cosche, quella dei “Cacciola-Grasso” e quella dei soli “Cacciola”, contrapposte tra loro, radicate nella Piana e riconducibili alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia reggina.

In particolare, le indagini attribuirebbero a Grasso un ruolo di assoluto vertice nel clan “Cacciola-Grasso”, comprovando anche un suo “particolare attivismo” nell’importazione di droga in Europa, grazie ai contatti diretti che avrebbe vantato con gli esponenti dei cartelli colombiani e venezuelani.

La stessa indagine “Ares” avrebbe anche permesso di accertare il ruolo rivestito da Di Marte, come narcotrafficante di fiducia di Grasso ed “a completa disposizione delle esigenze della cosca”, in qualità di “promotore, organizzatore e co-finanziatore dell’organizzazione diretta dal Grasso e finalizzata all’importazioni di impressionanti partite di cocaina dalla Colombia”.

Le investigazioni si sono avvalse, per i profili di collaborazione internazionale, dell’apporto fornito dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-Dcsa e dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, lo Scip.