Per vent’anni schiavizzata e violentata: trova il coraggio e denuncia. Fermati i due aguzzini

Reggio Calabria Cronaca

Oltre vent’anni di vessazioni, di tormenti con violenze morali, fisiche e sessuali d’ogni genere. Come sempre una donna vittima delle persecuzioni, in questo caso di due suoi presunti aguzzini.

Una storia inquietante quella raccontata dalla vittima che, dopo più di due decenni tra angosce e maltrattamenti, ha finalmente trovato il coraggio di raccontare la sua vicenda alla polizia facendo scattare delle indagini sul caso che oggi hanno portato ad un epilogo.

Protagonista della storia una donna che vive nella Piana di Gioia Tauro, nel reggino. Raccolta la sua denuncia gli agenti del commissariato locale hanno investigato per avere conferme al suo racconto.

Fatti e circostanze riferite poi al Gip del tribunale del capoluogo che oggi ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone residenti anch’esse nella Piana.

All’amba di stamani, così, la polizia ha eseguito le misure, fermando i due con le accuse per il primo del reato di riduzione in schiavitù e per l’altro di atti persecutori aggravati.

IL “LUNGO E SOFFERTO RACCONTO”

Le manette sono scattate per un 70enne di Cittanova, R.R., ed un 55enne di Polistena, F.R.D. Le indagini condotte dagli uomini della Sezione Investigativa del Commissariato di Gioia Tauro - coordinate inizialmente dalla Procura di Palmi, diretta dal Procuratore Ottavio Sferlazza, e poi dalla Distrettuale di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri - hanno portato a contestare l’induzione in schiavitù al 70enne, mentre per il 55enne, in concorso con il primo, gli atti persecutori.

La vittima è una 40enne che - come dicevamo - ha raccontato ai poliziotti gli anni di tormenti, violenze fisiche, sessuali e morali, d’ogni genere subite dai suoi presunti aguzzini.

Le investigazioni - coordinate dai Sostituti Gianluca Gelso della DDA del capoluogo, e Davide Lucisano della Procura di Palmi - sono infatti partite proprio dalla denuncia sporta dalla donna a gennaio, quando tra le mura del Commissariato trovò la forza di tirar fuori un lungo e sofferto racconto” che sarebbe stato confermato, poi, dalla stessa al magistrato ma anche dai riscontri eseguiti dagli agenti.

La vittima ha messo nero su bianco una sequenza di fatti avvenuti in oltre un ventennio, da quando cioè - e sempre secondo le sue dichiarazioni – sarebbe caduta nelle mani del 70enne che, approfittando della sua fragile condizione psicologica, sarebbe riuscito a condizionarne e gestire l’intera vita.

DALLA SOGGEZIONE PSICHICA ALLE VIOLENZE

Il tutto non solo con le violenze fisiche ma, spiegano gli investigatori, “creando una vera e propria situazione di soggezione psichica che annullava in maniera totale la volontà della donna” obbligandola a subire rapporti sessuali e vessazioni di ogni genere. Proprio per questo è stato contestato all’uomo il reato di riduzione in schiavitù.

La vicenda inizierebbe addirittura nel lontano 1998 quando la vittima, allora ventenne, aveva conosciuto il 70enne in un centro per anziani della Piana di Gioia Tauro che, professandosi un sociologo, si sarebbe offerto di aiutarla a curare una forma di anoressia di cui era affetta.

Da quel momento, l’uomo avrebbe conquistato la fiducia dell'intera famiglia della donna che, di lì a poco, sarebbe divenuta la sua vittima, dimostrandosi generoso e protettivo anche verso tutti gli altri componenti del nucleo, accreditandosi come massone, con numerosi agganci tra le forze dell’ordine, la politica, la magistratura e il clero.

Negli anni successivi sarebbe riuscito così ad illudere, soggiogare e costringere - sia fisicamente che psicologicamente - la sua vittima sino ad annullarne la forza di volontà, dato che la stessa era intimorita dalle possibili ripercussioni se non avesse assecondato le richieste del suoaguzzino-protettore”.

Richieste che, ben presto, sarebbero degenerate in gravi violenze fisiche ed diverse pretese di prestazioni sessuali, spesso ottenute in maniera violenta.

Le difficili investigazioni hanno anche portato a ritenere che 70enne avrebbe costretto costrinse la donna ad una cruenta interruzione di gravidanza, avvenuto tramite un'operazione clandestina condotta senza alcuna precauzione.

Alla luce di tutto ciò, il Gip del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto nei confronti dell’uomo l’arresto in carcere. Per il 55enne invece sono scattati i domiciliari stalking in concorso con il 77enne. Infatti, a partire dal 2017 i due arrestati avrebbero seguito con la loro auto, e per diverse volte, la donna minacciandola anche di morte, arrivando fin sotto la sua casa, controllandone ogni suo spostamento e procurandole così “un perdurante e grave stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità”.

(aggiornata alle 09:30)