Carcinoma mammario: svolta a Reggio convention dedicata alle terapie multidisciplinari

Reggio Calabria Salute
Mesiti,Veneziano e Spadaro

A Reggio Calabria, presso la sala dell’Ordine dei Medici Venerdì 1 e Sabato 2 marzo si è svolta la convention pianificata con il supporto della segreteria organizzativa e Provider ECM Lisciotto Congressi di Messina, e fortemente voluta dai coordinatori scientifici Prof. Mario Mesiti (responsabile chirurgia senologica Casa di Cura Villa Aurora di Reggio Calabria) e Dott. Pietro Spadaro (responsabile U.O. di Oncologia ed Ematologia – Casa di Cura Villa Salus di Messina e Consulente Oncologo della Casa di Cura Villa Aurora di Reggio Calabria).

Convention alla quale hanno partecipato un centinaio di specialisti tra cui chirurghi, oncologi medici, radioterapisti, fisici sanitari e medici di medicina generale, con due giorni di approfondimento e studio sulle strategie terapeutiche del carcinoma mammario, ancora oggi prima causa di malattia nella donna (incide per il 30% delle neoplasie) e neoplasia più frequentemente diagnosticata in tutte le fasce di età della donna.

Un momento dedicato a tutti, non solo agli addetti ai lavori, ideato per cercare di offrire ai partecipanti una rassegna aggiornata dei mezzi di prevenzione e dei trattamenti integrati (chirurgia, oncologia medica, radioterapia) oggi a disposizione per la cura di questa neoplasia sempre più diffusa ma sempre più curabile. Una ‘mission’ di tutto rispetto quella del Prof. Mesiti e del Dott. Pietro Spadaro, che, con l’ausilio dei relatori invitati che rappresentano le tre specialità più coinvolte nel trattamento di questa patologia della Regione Calabria, chirurgia senologica, radioterapia ed oncologia medica, ha stimolato una ampia ed approfondita trattazione e discussione sulla integrazione multidisciplinare oggi necessaria per un corretto trattamento del carcinoma mammario. Nella sua introduzione il Prof. Mesiti ha percorso la storia del trattamento chirurgico del carcinoma mammario dal 1890 ad oggi attraverso le varie fasi che sono andate in parallelo alla conoscenza biomolecolare di questa patologia, il dott. Spadaro ha approfondito la complessità dei trattamenti medici integrati.

Dai dati esposti, complessivamente emerge che il carcinoma mammario colpisce mediamente una donna su otto: nel 41% dei casi prima dei 49 anni, nel 35% tra i 50 e i 69 anni e nel 21% nella fascia di età dopo i 70 anni (dati AIRTUM).

In Italia al 2017 il carcinoma mammario della donna rappresenta per tutte le fasce di età, 0-49, 50-69 e 70+, la prima causa di morte rispettivamente del 29%, del 22% e del 15%. Ogni anno nel mondo si registrano circa 1.000.000 di nuovi casi ed oltre 400.000 decessi per tale patologia. In Italia nel 2018 si stima che siano stati diagnosticati 52.800 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile e ben 500 nuovi casi di carcinomi della mammella maschile, con un trend di incidenza in leggero aumento (+ 0,3% anno), mentre continua a calare in maniera significativa la mortalità per questa patologia (-0,8% anno).

Il motivo di quanto avviene è principalmente legato al miglioramento diagnostico che consente oggi diagnosi sempre più precoci e nello stesso tempo alle maggiori conoscenze biologiche e biomolecolari che hanno messo a disposizione trattamenti medici sia adiuvanti sia in fase avanzata sempre più efficaci tali da consentire un reale calo della mortalità ed al tempo stesso in alcuni casi la “cronicizzazione” della malattia. Dal punto di vista diagnostico, l’avvento della mammografia digitale integrata da tomosintesi, assieme ad una maggiore capacità diagnostica ecografica, unitamente ai sistemi di prelievo istologico mirato (microbiopsia stereotassica), hanno reso possibile una diagnosi ancora più precoce che, sappiamo, spesso si traduce in terapie post-chirurgiche meno aggressive ed in una sopravvivenza certamente più favorevole. Proprio a tal proposito la collaborazione con la Casa di Cura Villa Aurora ha consentito di avviare un programma di adeguamento strumentale atto a favorire una diagnosi sempre più precoce con l’ausilio di mammografia 3D, microbiopsia stereotassica ed ecografia ad alta risoluzione. Ma non solo: anche l’attività chirurgica svolta dal Prof. Mesiti prevede la collaborazione di un chirurgo plastico negli interventi di chirurgia ricostruttiva e di mastectomia sottocutanea profilattica (in pazienti a rischio genetico, BRCA 1 e/o BRCA 2 positive). Infine, l’integrazione con consulenti: oncologo medico, radioterapista, psico-oncologo e genetista, consentirà di poter raggiungere un riconoscimento della clinica, quale struttura accreditata in senologia.

Intervenuto anche il Professor Giuseppe Curigliano - Direttore Sviluppo nuovi farmaci e terapie innovative presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il quale ha sottolineato come “negli ultimi 10 anni abbiamo avuto grandi progressi nella gestione del tumore mammario con miglioramenti della sopravvivenza inimmaginabili negli anni passati. La cura dei tumori della mammella è multidisciplinare. L’approccio vede al centro la donna e intorno a lei tutte le figure che cercano di massimizzare i risultati della terapia: chirurgo, oncologo, radioterapista, patologo, genetista, ginecologo per la preservazione della fertilità, fisioterapista, medico nucleare, radiologo, chirurgo plastico, ma anche breast care nurse, psicologo e servizi sociali. Il nostro paese è all’avanguardia nella gestione delle pazienti con tumore mammario.”

Mentre il Professor Corrado Tinterri - direttore della Breast Unit dell’Istituto Humanitas di Rozzano – Milano, ha approfondito il tema ‘Senologia, chirurgia plastica e le concreta possibilità di guarigione per la donna’. Secondo Tinterri,” la storia degli interventi sulla mammella è stata contrassegnata da varie tappe coincidenti con la evoluzione delle conoscenze mediche e con alcune importanti scoperte in questo campo. Ciò ha consentito, di giungere nel corso dell'ultimo secolo ad una tipologia di interventi che nel massimo rispetto della integrità fisica offrono alla donna una concreta possibilità di guarigione. Non si parla più di sola chirurgia di asportazione del tumore ma di oncoplastica, cioè l’attenzione sia alla rimozione del nodulo maligno sia al risultato “estetico” post intervento. Questo permette, in collaborazione ai colleghi chirurghi plastici, di migliorare la qualità della vita delle nostre pazienti dopo la “sconfortante” notizie della malattia. L’attenzione alla persona, i diversi tipo di interventi e le nuove terapie permettono di individualizzare al massimo il trattamento. L’utilizzo di tecniche di chirurgia plastica in oncologia consente di ottenere ottimi risultati estetici e paradossalmente di aumentare la rimozione di tessuto mammario patologico; tutto ciò, garantendo un migliore esito estetico e garanzia di margini chirurgici indenni dalla malattia.”