Prese le bande della “spaccata” e delle Poste: incastrate da telecamere e telefonini

Catanzaro Cronaca

Tutto è partito da una rapina avvenuta il 21 aprile dell’anno scorso quando dei malviventi fecero irruzione nell’ufficio postale di Lamezia Terme, in via Aldo Moro (LEGGI). Poi un secondo caso, il 17 dicembre successivo: ad esser presa di mira un’azienda edile di Falerna.

Su entrambi i casi iniziarono ad indagarci i carabinieri della Città della Piana, che passarono al setaccio le immagini dei sistemi di videosorveglianza degli obiettivi colpiti, ma anche le riprese acquisite dalla telecamere installate sul territorio.

Affiancando e incrociando le informazioni con quelle acquisite con pedinamenti, intercettazioni o analizzando il traffico telefonico di alcuni soggetti, collegando in particolare le cosiddette “celle serventi” delle reti cellulari ai luoghi dove erano avvenute le rapine, gli investigatori sono arrivati a scoprire l’esistenza di un gruppo criminale, che era costituito da quattro italiani specializzati appunto nelle rapine agli uffici postali, soprattutto in Sicilia e Calabria.

Da qui ha preso le mosse l’indagine che ha portato oggi - nell'ambito dell'operazione denominata Cenerentola - all’arresto non solo di quest’ultimi, ma in tutto di ben 11 persone, tutte finite in carcere su ordine della Procura lametina, tra le quali anche sette rumeni (due dei quali hanno lasciato l’Italia e sono attualmente ricercati) e che avrebbero invece fatto parte di un’altra banda, in questo caso specializzata in rapine ad aziende e negozi col cosiddetto sistema della “spaccata” (LEGGI).

L’INDAGINE alla fine ha consentito di far luce, in particolare, su due rapine all’ufficio postale di via Moro a Lamezia (LEGGI) ma anche di sventarne un’altra alle poste di Reggio Calabria.

Ricostruitane un’altra ancora, subita come dicevamo da una ditta di materiali edili di Falerna, quando gli indagati, per riuscire a fuggire, arrivarono a speronare violentemente l’autovettura di una guardia giurata che era intervenuta.

Altri due furti su cui si ritiene di aver trovato elementi a carico degli arrestati riguardano un negozio di Amantea in cui i malviventi entrarono “spaccandoappunto la vetrata d’ingresso con delle mazze in ferro; ed un altro subito a Campora San Giovanni da un deposito dei mezzi dell’Anas, dove venne portato via un automezzo pesante poi utilizzato per provare a recuperare parte della refurtiva che era stata abbandonata in un obiettivo precedente, la ditta edile.

GLI ARRESTATI

A finire in manette e ritenuti far parte del primo gruppo, sono stati: Francesco Battaglia, cl 68 di Seminara; Santo Di Bella, cl 71, di Catania; Mario Cici, cl 93, Catania; Giuseppe Tropea, cl 86, di Lamezia Terme.

Per il secondo gruppo, invece: Ludovic Daniel Teglas, cl 91, della Romania; Arghil Muresan, cl 89, Romania; Romelius Marius Lacatus, cl 83, Romania; Ion Parus, cl 94, della Moldavia; Tiberiu Catalin Lacatus, cl 94, della Jugoslavia. Altri due sono ancora ricercati