Indagine Hydra: ipotesi brogli elettorali alla Provincia di Crotone

Crotone Cronaca

Brogli elettorali sarebbero stati posti in essere dalla cosca Vrenna in occasione delle elezioni del giugno 2009 per il rinnovo del Consiglio provinciale di Crotone, per favorire il candidato Gianluca Marino, del Pdl, poi non eletto e successivamente nominato assessore provinciale allo sport. È quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Catanzaro, nella quale Marino è indagato per voto di scambio, che venerdì scorso ha portato al fermo di 12 presunti affiliati alla cosca Vrenna – Ciampà - Bonaventura di Crotone. Dall’inchiesta emerge, complessivamente, un interesse più ampio dei Vrenna per la politica, allo scopo, una volta fatti eleggere i candidati di proprio gradimento, ottenere dei favori in cambio.

Per quanto riguarda Marino, secondo l’accusa, gli affiliati alla cosca si sarebbero organizzati per far votare due volte alcuni rappresentanti di lista, una volta con i documenti e la seconda senza, fingendo lo smarrimento del certificato elettorale e chiedendone il duplicato. Al riguardo, agli atti dell’inchiesta, c'è un’intercettazione in cui uno dei fermati, Carmelo Iembo, ritenuto il braccio destro di Antonio Vrenna, attuale reggente della cosca dopo l’arresto del padre Pino che poi si è pentito, parlando con la moglie, dice: «non hanno scoperto tutti, so già tutto io. Soltanto gli stupidi sono stati scoperti. È stato fatto un buon lavoro. La prima volta hanno votato senza documenti, soltanto la seconda volta gli hanno dato i documenti. Sì ma adesso come si fa a toglierli. A chi vengono annullati? A destra o a sinistra? Ormai si lascia stare perchè ormai non si trova il colpevole». Iembo poi aggiunge: «Sempre a destra devi votare altrimenti niente soldi. Altrimenti non ci danno i soldi. Se non ci mettiamo d’accordo ... Non votiamo .. non andiamo a votare .. noi ci mettiamo d’accordo come ha detto Gianluca .. e ci danno tanto .. tutti a destra votiamo».

Le indagini condotte dalla polizia avrebbero accertato una sproporzionata duplicazione di certificati elettorali in seguito a denunce di smarrimento degli originali. Questo, secondo l'accusa, avrebbe consentito ad una stessa persona di votare due volte, grazie alla doppia tessera elettorale, una denunciata falsamente come smarrita e l’altra come duplicato della prima. A votare due volte, secondo gli investigatori, sarebbero stati alcuni rappresentanti di lista che avrebbero espresso la loro preferenza sia nella sezione dove erano iscritti come elettori, sia in quella in cui facevano i rappresentanti.