Arresto Strangio. Nel bunker diverse carte di identità e valigie pronte per la fuga

Cosenza Cronaca
Francesco Strangio

Dovrà scontare 14 anni di reclusione e pagare una multa di 60mila euro Francesco Strangio, pluripregiudicato più volte indagato nell’ambito di operazioni antidroga.

Strangio è infatti considerato dagli inquirenti un vero e proprio broker del narcotraffico internazionale, in grado di gestire in prima persona ingenti approvvigionamenti di cocaina dal Sud America.

Da oltre un anno, ormai, il latitante aveva trovato sicuro rifugio spostandosi tra diversi centri del cosentino, fino a giungere da circa un paio di settimane nel comune di Rose, dove aveva individuato nella mansarda all’ultimo piano di un tranquillo condominio il luogo ideale per sottrarsi alla condanna, continuando a gestire i propri traffici illeciti (LEGGI).

All’interno dell’abitazione i Carabinieri hanno trovato svariate carte di identità ed un passaporto intestati a terzi. Il latitante aveva anche 8mila euro e tre telefoni cellulari parzialmente bruciati all’interno di un camino, due valigie già pronte per una rapida partenza e tracce di cocaina su alcuni mobili.

Tuttavia, l’irruzione dei militari - che hanno dovuto abbattere la porta blindata dell’appartamento servendosi di un ariete - non ha lasciato alcun margine di fuga a Strangio ponendo fine alla sua latitanza.

Strangio, come risulterebbe dalle operazioni “Revolution” (LEGGI) della Dda reggina e “Dionisio” della Dda di Milano (LEGGI), sarebbe stato una parte importante per le attività di narcotraffico di una più ampia organizzazione, saldamente legata al territorio ed alle cosche di ‘ndrangheta della Locride, che controllavano e dirigevano tutte le attività illecite “con una capacità di proiezione e di infiltrazione su tutto il territorio nazionale”.

LA BESI LOGISTICHE DEL NARCOTRAFFICO INTERNAZIONALE

Le indagini, infatti, dimostrerebbero come i membri della struttura disponessero di basi logistiche ed appoggi in tutta Italia e nei principali paesi europei (Germania, Olanda e Belgio) funzionali ad assicurare l’ingresso e lo smistamento dei carichi di cocaina in Europa.

Gli inquirenti sostengono che Strangio, in particolare, e in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, 59enne (LEGGI), vertice dell’organizzazione che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni di reclusione, avrebbe personalmente preso parte alle trattative d’acquisto con i narcos sudamericani e organizzato i trasferimenti dello stupefacente a bordo di navi cargo con carichi di copertura destinati a diversi porti del nord Europa (Amburgo ed Anversa).

Il latitante, “forte dell’esperienza acquisita nei trasferimenti transfrontalieri e dei contatti con i produttori sudamericani” avrebbe dunque avuto un ruolo attivo anche nel finanziare le importazioni, coinvolgendo altri “investitori” nei lucrosi traffici di stupefacente.

Strangio è stato arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Generale Bernardo Petralia, nel gennaio dello scorso anno, momento dal quale aveva fatto perdere le proprie tracce, in ragione di una condanna a 14 anni di carcere per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, divenuta definitiva.

Le articolate e prolungate indagini che hanno portato alla sua cattura - frutto del sistematico ricorso alle varie componenti territoriali, mobili e speciali dei Carabinieri, il cui impiego consente di affermare in maniera capillare l’autorità dello Stato sul territorio - sono state condotte con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri.