PaP a commissario e governatore: non paghino i cittadini la malagestione della sanità

Calabria Salute
Da sinistra: Thomas Shael, Saverio Cotticelli e Mario Oliverio

Dopo l’incontro nei giorni scorsi tra il nuovo commissario alla sanità Saverio Cotticelli e il governatore della Calabria Mario Oliverio, almeno stando ai comunicati ufficiali pare si sia intrapresa una linea di collaborazione tra la struttura commissariale e il governo regionale (LEGGI).

Su questo punto Potere al Popolo si augura “che ciò sia vero” e che ne segua “una netta inversione di rotta sulla gestione del servizio pubblico in Calabria, ultima tra le regioni d’Italia per i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA) secondo i dati forniti dal Ministero della Salute per il 2017”.

PaP avanza dunque - sia a Cotticelli che a Oliverio una serie di richieste in tal senso. Si parte dalla scadenza, fra pochi giorni, dei contratti dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali proponendo che non via sia nessun prolungamento del loro mandato, giudicato dal movimento come “fallimentare”.

Altra richiesta è che venga immediatamente bandito un nuovo concorso per la carica di Direttore Generale “con criteri trasparenti e che premino la competenza, in modo che chi in passato, sapendo come venivano selezionati questi dirigenti, non ha partecipato, possa oggi fare domanda ed essere inserito negli elenchi”.

Infine, nelle more dell’espletamento di questo concorso, che vengano nominati degli amministratori provvisori, principalmente per controllare i bilanci e sanare alcune delle “tante situazioni illegittime, in particolar modo riguardo i vari incarichi”.

Potere al Popolo si dice poi d'accordo con la proposta di Oliverio di accorpare la competenza degli Ospedali sotto un'unica direzione provinciale, sottraendola alle direzioni territoriali, “se – sottolinea però - il fine è quello di garantire migliori prestazioni e facilità di accesso per i cittadini, miglior controllo e organizzazione del personale, con eliminazione dei tanti piccoli recinti presenti nelle varie direzioni sanitarie e di logiche clientelari che intossicano il corretto funzionamento dei nostri servizi assistenziali”.

Secondo PaP questo deve però essere accompagnato da una la riorganizzazione dei reparti e gestione di questi in base a criteri di trasparenza e competenza “e non di logiche premiali dipendenti da legami politici”; con riapertura degli ospedali chiusi e il ripotenziamento dei servizi territoriali non ospedalieri, “nel rispetto di criteri di omogeneità territoriale nel garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), con particolare attenzione per quelle aree particolarmente isolate e disagiate sotto un punto di vista logistico ed infrastrutturale”.

Altra proposta è di favorire le prestazioni sul territorio, ridurre le liste d'attesa, attuare serie attività di prevenzione, informazione e orientamento ai servizi territoriali pubblici, così come previsto dalla legge 833 istitutiva del servizio sanitario nazionale. “Affinché – afferma Potere al Popolo - non si verifichino più tragedie come quella di Acri dove un uomo è morto di setticemia perché nessuno lo ha informato che aveva diritto alle prestazioni odontoiatriche gratuite”.

Infine, si rende necessaria un'attenzione ed una programmazione “peculiari e prioritarie” volte ad abbattere il fenomeno della migrazione sanitaria, che ad oggi costa alle casse della regione 300 milioni di euro annui; il potenziamento dei servizi oncologici, cardiologici e di gestione delle cronicità che è “ineludibile al fine di riqualificare il sistema sanitario calabrese e garantire un'adeguata erogazione di servizi assistenziali.”

Potere al Polo non chiede pertanto tagli alle spesa sanitaria ma miglioramenti e trasparenza nei criteri di acquisto di prestazioni e forniture, con particolare attenzione agli accreditamenti e al rinnovo degli stessi a vantaggio di soggetti privati.

Insomma, la cosa fondamentale, secondo il movimento politico, è che non siano più i cittadini calabresia pagare la malagestione della cosa pubblica degli ultimi decenni, attraverso privazione di diritti e di servizi, aumento della partecipazione diretta alla spesa e costrizione alla mobilità passiva”.