Rifiuti. Comitato Presila: “L’atto della Regione deve essere ritirato o sarà mobilitazione”

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"Quello che sta accadendo in questi giorni, con i sindaci (non parliamo di quelli dei piccoli comuni di 2-3000 abitanti, ma di grosse città che dispongono di strutture tecniche adeguate) che dichiarano l'impossibilità di acquisire la gestione diretta del ciclo dei rifiuti dimostra l'inadeguatezza di una classe politica incapace ed inetta". Lo scrive il Comitato Ambientale Presila in una nota diffusa oggi.

"Qualche giovane politico nato vecchio chiede il commissariamento della gestione dei rifiuti. Per ben 17 anni i rifiuti in Calabria sono stati gestiti da commissari. 17 anni durante i quali - si legge nella stessa nota - sono stati realizzati impianti in deroga, i rifiuti sono stati sversati allo stato tal quale con grave nocumento per l'ambiente, sono stati autorizzati sovrabbanchi, sono stati lasciati milioni di euro di debiti e non sono stati realizzati gli impianti pubblici per permettere una corretta gestione del ciclo dei rifiuti".

"Chi parla di inceneritori fa solo il gioco degli imprenditori che lucrano sui rifiuti e fa finta di non sapere che parte dei rifiuti che vengono bruciati diventa cenere da smaltire in discarica. Ma dove realizzare le discariche di servizio? Certamente non a Castrolibero - si legge ancora - in un posto che dista 500 metri da una scuola. Certamente non a Scala Coeli in mezzo a produzioni biologiche di qualità. Certamente non in mezzo ad una montagna a ridosso del Parco della Sila o del Pollino".

E il comitato lancia un allarme. "Sul sito della Regione è presente lo studio per la localizzazione di una o più discariche nella provincia di Cosenza. I siti analizzati sono: Castrolibero, Castrovillari, Montalto Uffugo, Santa Caterina Albanese, Torano Castello, Acri e Castiglione Cosentino. Quello che preoccupa in questo studio è che i fattori che dovrebbero essere escludenti diventano solo penalizzanti. In altre parole: se un sito dista meno di 2000 metri da un centro abitato o è vicino ad una zona protetta o ad un corso d'acqua, - si afferma nel comunicato - non viene ritenuto non idoneo e quindi escluso ma acquisisce semplicemente un punteggio più basso che per assurdo, in assenza di altri parametri negativi, potrebbe farlo ritenere un luogo adatto per impiantare una discarica".

Infine, si cita la discarica di Celico, di cui si teme un ulteriore ampliamento. "Ovviamente in questo caso - conclude il comitato - l'opposizione della Presila sarà chiara e forte".